Nella giornata di mercoledì il parlamento della Transnistria ha chiesto al governo della Russia protezione dalle “crescenti pressioni” da parte del governo della Moldavia. La situazione, stando alle parole del presidente locale Vadim Krasnoselsky, sarebbe drammatica, al punto che gli oltre 220mila cittadini russi che vivono nella regione sarebbero a rischio di un vero e proprio “genocidio” da parte del governo moldavo.
Concretamente, il problema per cui la Transnistria ha chiesto aiuto alla Russia contro la Moldavia è che, quest’ultima, ha imposto, recentemente, alcuni dazi alle importazioni verso la regione, peggiorando una crisi economica che si protraeva già da diverso tempo. Non è ancora chiara quale sia l’effettiva intenzione russa, seppur il ministro degli Esteri ha dichiarato di tenere “in considerazione la richiesta di aiuto”, sottolineando che “proteggere gli interessi dei cittadini della Transnistria è tra le priorità” della Russia, specialmente contro la Moldavia. La ragione per cui, invece, il parlamento ha chiesto aiuto proprio a Mosca è legata alla presenza “permanente sul territorio di oltre 220mila cittadini russi, all’esperienza positiva russa di peacekeeping, nonché dello status di garante e mediatore nel processo negoziale”.
Le preoccupazioni internazionali per la Transnistria
L’appello della Transnistria nei confronti della Russia per ricevere protezione contro la Moldavia è stato visto con occhio piuttosto critico dagli osservatori internazionali. Il premier polacco Donald Tusk ritiene la situazione nella regione “pericolosa”, mentre secondo il governo moldavo non vi sarebbero particolari fonti di preoccupazione derivanti dalla richiesta, ritenuta “un evento puramente propagandistico” e che difficilmente condurrà ad un’escalation.
Secondo il think tank statunitense Isw, invece, l’obiettivo di Transnistria e Russia è quello di “creare condizioni informative per destabilizzare la Moldavia, probabilmente come parte degli sforzi per impedire l’integrazione di Chisinau nell’Ue e nell’Occidente, tra gli altri obiettivi”. Tesi, peraltro, avvalorata dalle recenti voci secondo cui il congresso della Transnistria era pronto a proporre alla popolazione l’unificazione con la Russia, che sarebbe vista in UE come “una violazione del diritto internazionale”, dichiarò un funzionario, che avrebbe violato “l’integrità territoriale della Moldavia”.
Cos’è la Transnistria, legami con la Russia e opposizione alla Moldavia
Per comprendere meglio la questione tra Transnistria, Russia e Moldavia occorre fare un passo indietro a quando lo Stato si è proclamato indipendente. La regione, infatti, faceva originariamente parte del territorio moldavo (e rappresenta il confine con l’Ucraina), ma nel 1992 in seguito ad una guerra civile interna contro il governo moldavo, i separatisti filo-russi ottennero, grazie al supporto di Mosca, l’indipendenza, mai riconosciuta da nessuno stato.
Seguì un referendum, in Transnistra, nel 2006 per l’adesione alla Russia e l’uscita definitiva dalla Moldavia, che nonostante ottenne più del 97% dei voti favorevoli, non portò a nessuno sforzo reale da parte del Cremlino. Sono seguiti anni di silenzio totale, fino allo scoppio della guerra in Ucraina che, secondo molti analisti, se fosse giunta presto ad una vittoria da parte della Russia, si sarebbe poi potuta espandere facilmente verso la Moldavia. La situazione della Transnistria con la Moldavia, inoltre, appare piuttosto simile a quella dell’Ucraina con l’oblast della Russia, che ha motivato l’attacco di due anni fa. Tuttavia, in questo caso, la Russia non ha mai avanzato particolari mire nei confronti della Moldavia, né ha mai veramente (esclusa la guerra del 1992) supportato gli indipendentisti transinistri.