Bruciare sterpaglie con i pomeriggi roventi che si stanno palesando su tutta Italia non può essere certo considerata una grande idea, oltre a essere una pratica vietata in numerose zone, considerato il pericolo di incendi alimentato dalla siccità, ma un 57enne piemontese ha deciso di non curarsi di questo aspetto, arrivando a rischiare la propria vita e a essere salvato soltanto grazie a un trapianto di fegato. Questa è la vicenda che giunge dalla provincia di Asti, dove il suo protagonista, dopo avere acceso il rogo, si è accasciato al suolo a causa di un colpo di calore e con la temperatura corporea che aveva raggiunto quota 41 gradi.



Era, insomma, a un passo dalla morte, quando è stato soccorso nell’Astigiano dal 118, venendo dapprima intubato e trasportato ad Alessandria, salvo essere trasferito in eliambulanza a Torino, presso l’ospedale “Molinette”, per l’intervento. E dire che, dopo essere giunto in Rianimazione ad Alessandria, il paziente sembrava dare segni di miglioramento, complici anche le operazioni di raffreddamento del corpo con mezzi fisici (ghiaccio e infusioni endovenose fredde). Eppure, a livello epatico si sono registrati gravi peggioramenti e il paziente non si risvegliava dal coma. Così, si è optato per il trapianto di fegato dopo un consulto con i professori Mauro Bruno e Silvia Martini della gastro-epatologia dell’ospedale Molinette di Torino e il professor Renato Romagnoli, direttore del Centro Trapianto Fegato Molinette.



TRAPIANTO DI FEGATO SUPER RAPIDO: INTERVENTO RECORD A TORINO

Gli esperti hanno rilevato una compromissione neurologica su base metabolica ancora compatibile con l’esecuzione di un trapianto di fegato e il paziente è stato trasferito alla Rianimazione 2 delle Molinette diretta da Roberto Balagna e inserito in lista d’attesa per trapianto di fegato in super-urgenza nazionale.

Come si legge su “Il Messaggero”, “la Rete Trapianti italiana si è immediatamente attivata e, grazie al Coordinamento del Centro Regionale Trapianti del Piemonte-Valle d’Aosta (diretto dal professor Antonio Amoroso) e del Centro nazionale Trapianti, dopo pochi minuti è stato individuato un donatore d’organi compatibile, da poco resosi disponibile ad Udine. L’équipe dei chirurghi del Centro Trapianto di Fegato di Torino si è quindi mobilitata, recandosi nell’ospedale friulano per eseguire il prelievo d’organi. Il trapianto epatico è stato eseguito nella terza giornata dopo l’evento iniziale nelle sale operatorie delle Molinette ad opera del dottor Damiano Patrono sotto la supervisione del professor Romagnoli”. L’uomo, fortunatamente, inizia a mostrare segnali di miglioramento e di risveglio dal coma.