Il trapianto del microbiota fecale è un modo ancora poco conosciuto per curare le infezioni batteriche. Il trattamento, come riportato da Le Monde, prevede che nell’intestino del paziente, dopo una breve prassi antibiotica e un clistere, siano iniettate delle siringhe riempite con feci umane filtrate attraverso un sondino nasogastrico. I batteri sani del donatore a questo punto aiutano a ripristinare l’equilibrio dei batteri nell’intestino del ricevente e prevengono le reinfezioni.
I casi in cui l’operazione viene attuata sono per il momento soltanto quelli di Clostridioides, che causa diarrea molto grave, dolori addominali, perdita di appetito e nausea. È piuttosto difficile da curare e la terapia con gli antibiotici può causare altri problemi ai pazienti. Ogni anno colpisce circa 120.000 nuove persone in Europa e provoca 4.000 morti. È per questo che si sta utilizzando questa nuova terapia. Non è da escludere che in un futuro imminente il trapianto del microbiota fecale possa essere effettuato anche per altre infezioni.
Trapianto di microbiota fecale per curare infezioni batteriche: un trattamento in ascesa
Il trapianto del microbiota fecale è stato introdotto nei sistemi sanitari americani ed europei dopo la pubblicazione nel 2013 del primo studio clinico condotto sul tema da un team di ricercatori nei Paesi Bassi. Oltre l’80% dei pazienti affetti da Clostridioides ha visto scomparire la diarrea e gli altri sintomi in poco tempo. In Francia, si è iniziato a praticare gli interventi un anno dopo. Ad oggi, tuttavia, il trattamento è ancora poco conosciuto. Nel 2022 ne hanno usufruito soltanto 146 persone secondo Nicolas Benech, gastroenterologo dell’Hospices Civils de Lyon.
L’obiettivo degli esperti è quello di espandere l’informazione su questo metodo. Intanto, sono stati avviati numerosi studi per testare l’efficacia del trapianto del microbiota fecale su patologie diverse dal Clostridioides. Non meno di sette sperimentazioni sono in corso negli ospedali francesi. Le strade sembrano numerose e i risultati promettenti, anche se per il momento la prudenza è d’obbligo.