A Storie Italiane, programma di Rai Uno, si parla della vicenda del povero Guido Dal Porto, che ha subito tre anni fa l’asportazione errata di un rene sano, ed oggi vive nel terrore che l’altro rene possa ammalarsi di nuovo. Dal Porto doveva subire l’asportazione di un rene malato a causa di un tumore, ma i chirurgi lo hanno operato all’organo sano, lasciandogli quindi quello danneggiato. In questi giorni sono stati condannati tre medici a sei mesi di reclusione, pena sospesa, alla sospensione dall’attività professionale per un anno, e ad un risarcimento danni di 900mila euro. «E’ comunque una sconfitta per la parte sana della sanità – dice ai microfoni di Storie Italiane, programma di Rai Uno, la vittima – ho trovato della professionalità, come il cardiologo con cui sono in contatto. C’è stato un errore di trascrizione, ma i medici non hanno minimamente accertato quale fosse il rene da asportare. Dopo un esame istologico si è scoperto che il rene asportato era sanissimo e da lì mi hanno comunicato l’errore». Rita Della Chiesa in studio: «Qui c’è stata una superficialità pazzesca da parte della radiologa che ha segnalato il rene sbagliato». La vittima ha aggiunto: «Il rapporto col medico? Si è limitato a leggere quello che aveva scritto la radiologa. Mi ha detto solamente. “Lei ha un tumore al rene destro e va operato”». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
RENE SANO ASPORTATO: CHOC A LUCCA
Gli avevano fatto il trapianto del rene sbagliato, togliendogli quello sano e lasciandolo in una condizione ancora più grave di quando era entrato in sala operatoria nell’ospedale San Luca di Lucca: oggi la triste e malaugurata storia di Guido dal Porto subisce un punto importante di svolta, con la condanna di tre medici a circa 6 mesi di reclusone ciascuno, con un anno di interdizione dall’attività professionale. Due chirurghi e la radiologa sono stati dunque giudicati dal giudice Stefano Billet rei di aver sbagliato in toto l’operazione il 14 aprile 2016 andando ad espiantare l’organo sbagliato dal paziente, oggi 58enne. Nello specifico, riporta La Nazione, 6 mesi di reclusione per i due urologi Stefano Torcigliani e Giuseppe Silvestri e per la radiologa Claudia Gianni, per lesioni gravi colpose. Oltre all’interdizione alla condanna, la sentenza di primo grado emessa oggi sancisce un risarcimento provvisionale alle parti civili a carico dei tre medici e dell’Asl Toscana Nord, con un totale di 900mila euro che andranno girati al paziente rimasto offeso dal clamoroso ma purtroppo non così insolito errore sanitario.
TOLTO RENE SBAGLIATO: “UN GIORNO TRISTE PER LA SANITÀ”
In fase di processo, il pm Elena Leon aveva chiesto alla corte di condizionare la sospensione della pena al risarcimento danni aggiungendo «non ci sono dubbi sulle negligenze che hanno portato al clamoroso scambio tra il rene destro sano e quello sinistro da operare perché colpito da un tumore». Il giudice ha poi in fase di sentenza accolto la richiesta dell’accusa decidendo che la somma di compenso debba essere versata entro i prossimi 6 mesi dal passato in giudicato della sentenza. In casa civile proseguirà invece il dibattito dopo che la richiesta della difesa di dal Porto sono state disattese (1 milione e 800 mila euro a fronte dei 900mila poi disposti dalla corte di Lucca). Come primo commento dopo la sentenza, il diretto interessato e vittima dell’errore sanitario ha commentato con i colleghi de Il Tirreno: «Finalmente una sentenza. Dopo tante attese e tanti rinvii. Nessuno mi ridarà il rene sano e una vita normale, ma almeno adesso c’è un punto fermo. Non è un giorno felice per me. E’ un giorno triste anche per la sanità», ha spiegato dal Porto.