Trasferire un’azienda familiare comporterà delle regole meno rigide e burocraticamente ci sarà una maggior flessibilità. Il trasferimento delle quote o dell’impresa stessa nei confronti dei discendenti o del coniuge resterà “esentasse”.

Resta vigente l’obbligo di continuare l’attività, a patto che si differenzi il totale controllo dell’impresa familiare e l’eventuale trasferimento delle sole azioni (purché in quest’ultimo caso venga mantenuto il controllo per un periodo minimo di 5 anni).



Il trasferimento dell’azienda familiare: le novità della nuova riforma fiscale

L’articolo in merito al trasferimento dell’azienda familiare è il seguente:

«Disposizioni per la razionalizzazione dell’imposta di registro, dell’imposta sulle successioni e donazioni, dell’imposta di bollo e degli altri tributi indiretti diversi dall’IVA».



Mentre la modifica intacca l’articolo 3, comma 4-ter del dlgs n. 346/1990, Il cui punto centrale della legge rimane invariato:

«I trasferimenti, effettuati anche tramite i patti di famiglia di cui agli articoli 768-bis e seguenti del codice civile a favore dei discendenti e del coniuge, di aziende o rami di esse, di quote sociali e di azioni non sono soggetti all’imposta».

Una decisione estremamente importante cosicché l’assenza di imposte da pagare favorisce il passaggio generazionale di queste aziende (garantendo una certa continuità nel tempo).

Le regole da rispettare

Nonostante il trasferimento dell’impresa familiare sia esentasse, le ultime modifiche hanno costretto ad attenersi a delle nuove operazioni:



  1. Trasferimento del ramo o dell’azienda in sé: per almeno cinque anni dal trasferimento chi detiene il controllo dell’impresa deve garantire la continuità operativa e di controllo.
  2. Azioni e quote sociali: fanno riferimento alle aziende come da articolo 73, comma 1, lettera A del TUIR (srl, spa, società in accomandita per azioni srl, società di mutua assicurazione e cooperative, società cooperative europee e società europee) con periodo minimo di controllo e detenzione di cinque anni.
  3. Altre quote sociali: in questo specifico caso non si comprende bene il “perimetro”, ma quasi sicuramente si fa riferimento alle società di persone (il cui periodo minimo di cinque anni di proprietà e svolgimento dell’attività resta invariato).

Infine, la dichiarazione di successione o l’atto di donazione deve prevedere obbligatoriamente una forma scritta al quale è impossibile esimersi. In caso contrario oltre a pagare una sanzione (di circa il 30%), vi sarà la decadenza del beneficio e l’applicazione delle imposte per il trasferimento dell’azienda familiare.