Il voto su Rousseau ha certificato il trasformismo M5s. Perché «evolversi è giusto» per Luigi Di Maio, che ha sdoganato il via libera alle alleanze locali con gli storici nemici del Partito Democratico, senza dimenticare l’addio alla regola del doppio mandato, necessario per consentire a Virginia Raggi di ricandidarsi come sindaco di Roma. Come riporta Repubblica, il ministro degli Esteri punta a diventare referente del M5s nei rapporti con il Pd, sostituendo di fatti il premier Giuseppe Conte, e si è esposto in prima persona per il “referendum” grillino: «Io voterò sì, credo sia giusto. Perché il Movimento si evolve e mai come in questo momento sta prendendo coscienza del fatto che perdere persone che abbiano maturato una tale esperienza come Virginia sarebbe suicida». Un’inversione a U, considerando quanto lo stesso Di Maio affermava il 31 dicembre 2018: «La regola dei due mandati non è mai stata messa in discussione e non si tocca. Né quest’anno, né il prossimo, né mai. Questo è certo come l’alternanza delle stagioni e come il fatto che certi giornalisti, come oggi, continueranno a mentire scrivendo il contrario».
TRASFORMISMO M5S, TRIZZINO: “ACCORDI STABILI PER NON TORNARE DA SALVINI”
Trasformismo è la parola più accostata al M5s sul web, anche se c’è chi intona la celebre canzone “come si cambia per non morire”. Un cambio di strategia inaspettato anche solo qualche mese fa, ma necessario per poter restare al Governo e amministrare al fianco dei dem, d’ora in poi alleati anche a livello locale per tentare di arginare la potenza del Centrodestra trainato dalla Lega. Intervenuto ai microfoni di Repubblica, il deputato Giorgio Trizzino ha ammesso: «Non c’è alternativa a un’alleanza stabile con il Partito democratico, non possiamo tornare nelle braccia di Salvini». Una coalizione anti-Lega che punta a tenere dentro anche i “dissidenti” renziani: «Anche con Italia Viva. Non penso che Matteo Renzi possa puntare ad alternative a questa area, a meno che non voglia fare accordi con la destra. A lui ricordo che Forza Italia si è mossa sempre nel campo del centrodestra e Silvio Berlusconi continua a lanciare appelli alla destra, cioè a Giorgia Meloni e a Salvini. Ma chiaramente quando parlo di campo democratico mi riferisco anche alla sinistra».