Non è sfuggito ai più come dopo giorni di incontri, riunioni e promesse sul tema caldissimo dei trasporti pubblici, nel nuovo Dpcm 18 ottobre in realtà non vi sono significative novità in merito. Come ha ribadito ancora ieri la Ministra dei Trasporti Paola De Micheli dopo la riunione con le Regioni, la capienza dei passeggeri sui mezzi pubblici resta all’80% mentre si prevede una riduzione del traffico utenti con le misure imposte dal Governo su scuola e uffici (ingressi scaglionati e smart working della Pubblica Amministrazione). «Non ci sarà una riduzione della quota di riempimento dei mezzi», spiega ancora stamane la titolare dei Trasporti alle agenzie, mentre si è detta disponibile a potenziare il sistema. I controlli verranno maggiorati su banchine metro e bus, oltre che nelle stazioni ferroviarie anche se il rischio contagio resta ancora il primo punto non risolto dopo le pressanti richieste dei territori di trovare maggiori finanze per aumentare il parco mezzi in modo da gestire con meno apprensione il trasporto pubblico locale. De Micheli ha però replica che «aerei, navi, bus, treni a lunga e corta percorrenza hanno contribuito nella misura dello 0,1% al contagio da coronavirus».
L’APPELLO DEI TERRITORI
Non sembra essere del tutto d’accordo il Coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico Agostino Miozzo, oggi intervistato dalla Sarzanini sul Corriere della Sera: «Evitare picchi di concentrazione dei viaggiatori. Si sarebbe dovuto intervenire a livello locale ben prima di arrivare all’ apertura delle scuole con 10 milioni di persone in movimento». Il giorno dopo il Dpcm, i territori e le Regioni tornano all’attacco con il Governo per chiedere lumi circa l’esclusione completa del tema trasporti dal testo del decreto: «Siamo un po’ delusi dal Dpcm perché Conte sui trasporti pubblici ha detto molto poco e questo dimostra una disattenzione verso il settore. Hanno parlato di scaglionare gli studenti delle scuole superiori. Ma in una città come Genova, dove la popolazione è prevalentemente anziana, questa misura riduce solo il picco tra le 7.30 e le 8, servirebbero altre misure, questo non basta», spiega Edgardo Fano, Segretario di Faisa Cisal Genova. Da Torino a Roma, da Milano fino a Bari e Napoli, il tema del TPL resta di primaria attenzione con imminenti riunioni e tavoli convocati dai singoli territori nelle prossime ore per capire come imbastire l’ordinanza del Dpcm sugli ingressi scaglionati nelle scuole e, assieme, la riorganizzazione dei mezzi pubblici locali.