Anche a Siena viene sperimentato in questi giorni l’utilizzo di un autobus per il trasporto pubblico locale a emissioni zero. Un veicolo totalmente elettrico che, grazie alle caratteristiche delle batterie e del tipo di percorso, è in grado di garantire un intero turno di servizio senza soste per la ricarica. Un mezzo analogo è in servizio anche a Udine, mentre decisamente più avanti è Torino, che attualmente ha in servizio 23 mezzi. Anche Genova, con otto veicoli attivi, è operante in questo campo. Interessante segnalare come le aziende che forniscono questi mezzi siano aziende italiane, assolutamente all’avanguardia in questo campo a livello europeo, tanto che i loro autobus sono in funzione anche in Francia e Austria. Se la società Rampini spa, che ha fornito i mezzi a Udine e Siena, si sta affacciando da poco sull’offerta di mezzi esclusivamente elettrici, la E.P.T. (Eco Power Technology) di Brescia può vantare una storia che inizia nel 2002 e un parco di 50 autobus elettrici con all’attivo 2,5 milioni di chilometri. Un’esperienza che per il momento ha portato ritorni estremamente positivi, anche e soprattutto in termini di apprezzamento da parte dell’utenza. Poter attraversare i delicati centri storici delle nostre città senza emissioni inquinanti, odori e rumore è certamente un valore aggiunto non da poco, soprattutto nel caso di servizi svolti in orario notturno.La possibilità di utilizzare mezzi a trazione esclusivamente elettrica per il trasporto pubblico locale offre vantaggi da diversi punti di vista, tanto che di per sé non è un’idea così nuova… le nostre città sono servite spesso da tram e “filovie” (anche se queste in passato hanno subito un pesante ridimensionamento a vantaggio di veicoli a gasolio), ma i nuovi bus elettrici consentono di unire i vantaggi degli attuali mezzi elettrici con quelli dei “normali” autobus. A seconda del tipo di utilizzo che si intende fare del veicolo a trazione elettrica si hanno costi infrastrutturali differenti. Nel caso di Siena il mezzo è dotato di batterie sufficienti a garantire lo svolgimento del servizio senza punti di ricarica intermedia, mentre nel caso di Torino è prevista la realizzazione di fermate con punti di ricarica (come i capolinea) per il cosiddetto “biberonaggio”, ossia la possibilità di ricaricare anche solo per pochi minuti le batterie e garantire così un maggior raggio di utilizzo.
A questo proposito, sempre la GTT di Torino, sta sperimentando stazioni di ricarica a induzione, vale a dire senza l’utilizzo di cavi per il passaggio della corrente. Questa soluzione, sicuramente molto efficace dal punto di vista dell’utilizzo (è sufficiente che il pullman sosti in un determinato punto per avviare la ricarica) presenta però alcune criticità legate al costo dell’impianto e alla sicurezza di quest’ultimo. In ogni caso, qualunque sia la direzione intrapresa, resta valida la possibilità di utilizzare mezzi esclusivamente elettrici per il trasporto pubblico locale in ambito urbano. In questo caso è infatti possibile calcolare con un’ottima approsimazione la durata del servizio e il relativo consumo, nonché le soste che anche dal punto di vista legislativo deve essere garantito ai conducenti e, di conseguenza, ai mezzi. L’autobus infine non presenta particolari problemi nell’alloggiare le batterie, che quindi possono essere anche di notevoli dimensioni, non ha problemi di “performance” velocistiche particolari e, anzi, le caratteristiche proprie del motore elettrico (alti valori di coppia disponibile fin da subito) ne fanno il propulsore ideale per veicoli di queste dimensioni e con un utilizzo caratterizzato da continue soste e ripartenze con un percorso chilometrico complessivo comunque contenuto.