E’ possibile pianificare interventi di mobilità sostenibile e sviluppo del trasporto pubblico locale stimando realisticamente l’impatto che questo avrà in termini di qualità dell’aria e di costi?
I dati, gli strumenti e la metodologia attuali dicono di sì e lo dimostra uno studio del Centro Ricerche Hermes sulla provincia di Alessandria.
Il Centro Studi nasce nel 2000 dai soci fondatori Compagnia di San Paolo, ASSTRA (Associazione Trasporti) e Università degli Studi di Torino con l’obiettivo di sviluppare la ricerca e la formazione superiore sui temi dell’economia e del diritto dei trasporti pubblici locali e dei servizi regolamentati. L’analisi prende in esame la provincia di Alessandria partendo dalla valutazione dello scenario attuale e le possible che possono intervenire sulla base di due possibili scenari futuri.
L’aspetto interessante dello studio riguarda il fatto che si prendono in considerazione sia gli eventuali benefici relativi all’impatto ambientale sia i costi necessari per implementare piani di mobilità sostenibile.Lo studio utilizza parametri e metodologie standard definite a livello europeo, arrivando a individuare la emissioni per chilometro di ogni singola categoria di veicolo e a considerare la realizzabilità di un modello di mobilità sostenibile in Piemonte, prendendo in esame il territorio della Provincia di Alessandria.Non si è voluto inventare nulla, ma partendo dai provvedimenti esistenti e già programmati per la riorganizzazione del Trasporto Pubblico Locale si sono analizzati i possibili effetti che il questo potenziamento potrebbero avere sulle emissioni inquinanti, con particolare riferimento al rilievo locale. 
La prima parte dello studio descrive la situazione delle reti di trasporto pubblico e lo sviluppo della domanda di trasporto che, nel decennio tra il 1991 ed il 2001, cresce di quasi il doppio a quasi totale vantaggio del mezzo privato, mentre l’utenza del mezzo pubblico resta fondamentalmente apannaggio di studenti, casalinghe e pensionati. L’offerta del Tpl alessandrino copre tutto il territorio in oggetto, ma gli orari e, soprattutto, la scarsa intermodalità non rispondono alle esigenze di quanti si muovono per motivi di lavoro. Proprio partendo dalla realtà descritta sono stati individuati due scenari d’analisi relativi alla proposta di revisione del servizio pubblico da parte dell’amministrazione provinciale. Per entrambi gli scenari è stato simulato l’impatto sull’ambiente in termini di quantità di emissioni nocive prodotte dai veicoli e l’impatto sociale in termini di costi gravanti sulla collettività.



L’effetto più significativo del primo Scenario preso in esame è quello che deriva dal rafforzamento del servizio, secondo le modalità previste dalla programmazione provinciale, che lo dovrebbero rendere attraente per gli utenti.
I risultati di riduzione dei flussi orari emissivi rispetto allo stato attuale si aggira su valori compresi tra il 10% ed il 14% per tipo di inquinante. In particolare, si nota che la riduzione è maggiore del 14% per CO (monossido di carbonio) e NMVOC (composti organici volatili non metallici), intorno al 10% per le polveri sottili e CO2, inferiore all’8% per NOX. Da tenere presente che nel calcolo in oggetto il trasporto merci, relativo a furgoni o camion sopra le 35 tonnellate non varia in alcun modo dal momento che il Tpl riguarda esclusivamente il trasporto personale.
Questi risultati potrebbero quindi ottenere ulteriori miglioramenti se all’azione di razioinalizzazione e sivluppo del Tpl si affiancassero azioni mirate sul trsporto merci e sulla qualità emissiva dei veicoli.Il secondo scenario preso in esame considera la possibilità di un incremento della bicicletta come mezzo “integrativo” del trasporto pubblico per quanto riguarda i brevi spostamenti cittadini.
In quest’ultimo caso l’impatto ulteriore sulla qualità dell’aria è meno significativo aggirandosi su un 2% di riduzione delle emissioni, anche se resta utile considerare il potenziale elemento educativo verso concezione dello spostamento in bicicletta come quotidiano mezzo di trasporto.  Per quanto riguarda i costi di potenziamento e riorganizzazione delle tratte esaminate i risparmi in termini di costi sociali evitati sono tali da ammortizzare nell’arco decennale i costi d’investimento per il potenziamento delle linee esistenti, un arco temporale più che significativo.
Da sottolineare infine che nel secondo scenario ipotizzato si prevede la possibilità di utilizzare i mezzi pubblici per il trasporto della bicicletta, cosa che potrebbe essere significativamente sostituita da sistemi di bike sharing, che soprattutto nei grandi centri si sta rivelando come un prezioso “alleato” del Trasporto pubblico.

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