Il mercato delle auto registra un’altra pesante botta negativa, dopo quella già registrata ad agosto quando era stato segnalato un dato negativo di meno 19,91%. Se è vero che è da tempo che la vendita delle auto in Italia segna fattore negativo, il nuovo dato sul mercato di settembre indica chiaramente che non solo non c’è alcun segnale di risalita, ma si può solo peggiorare. Ecco allora che le vendite di automobili a settembre registrano un meno 25,74% rispetto allo stesso mese del 2011. A settembre, entrando nei dettagli, sono state vendute e immatricolate 109.178 automobili nuove contro le 147.021 del settembre 2011. Ad agosto si erano registrate 56.676 nuove immatricolazioni. A questo punto dell’anno si può già fare un computo abbastanza preciso della tendenza che assumerà questo 2012 nero per il mercato automobilistico. Nei primi nove mesi dell’anno infatti risultano immatricolare 1.090.627 vetture il che significa una perdita del 20,46% rispetto al 2011. In realtà la quota del 2011 su ci si basa è relativa a tutti iodici mesi dell’anno: in totale furono 1.371.117 le vetture immatricolate. E’ in perdita anche il mercato dell’usato: a settembre infatti sono stati 309.440 i trasferimenti di proprietà con un dato del 17,65% in meno rispetto al mese di settembre dell’anno scorso. Allora si registrarono 375.747 passaggi di proprietà. Su questi dati è intervenuto Jacques Bousquet presidente dell’Associazione case estere in Italia che ha fatto rilevare come dei 150 tavoli di discussione sul lavoro istituiti dal governo nessuno di questi si occupa del mercato auto. Nella consapevolezza dei tanti problemi affrontati dall’esecutivo, Bousuqet richiama il fatto che il mercato dell’auto ha sempre garantito entrate tributarie importanti per lo Stato italiano con un 16% e anche più del gettito totale nazionale. Si pone il paragone con Paesi come la Spagna dove il crollo del mercato automobilistico pari al 40% ha visto il governo varare appositi incentivi con aiuti per centinaia di milioni di euro di cui la metà è stata approvata dal governo e metà dalle case automobilistiche. In Italia invece nulla.
C’è chi addirittura andando in controtendenza con quanto il mondo imprenditoriale sembra indicare, ad esempio il presidente di Federauto, dichiara che un Monti bis per il mercato delle auto significherebbe la fine.