Il 5 e 6 ottobre è in programma a Torino la manifestazione “Missione auto”, promossa da  Amoer, Associazione per una mobilità equa e responsabile. Obiettivo dell’iniziativa: palesare il forte malcontento degli automobilisti e degli appassionati delle quattro ruote in genere, a causa dell’eccessiva pressione fiscale e delle continue vessazioni rispetto al mondo dell’automotive. Da qui la nascita di questo movimento di opinione, il primo in Italia, che annovera tra i suoi sostenitori giornalisti, economisti, docenti universitari, imprenditori e, ovviamente, chi guida responsabilmente la macchina e si vede svuotare giorno dopo giorno il portafoglio tra caro carburanti, accise, Iva, Ipt, polizze Rc, limitazioni al traffico, ecc. Parliamo di “Missione auto” con Pierluigi Bonora, giornalista, cofondatore e presidente di Amoer. Questo movimento di opinione – afferma Bonora – punta a contrastare l’opera di demonizzazione dell’auto e dei suoi utilizzatori condotta su più fronti e che, via via, si accentua per nascondere ritardi infrastrutturali e inadempienze da parte delle istituzioni. “Ecco perché vogliamo individuare, insieme a tutti gli operatori della filiera e alle istituzioni stesse, soluzioni e proposte concrete a favore di una mobilità equa e responsabile. Far riscoprire l’emozione e la passione per le quattro ruote, soprattutto nei giovani, oggetto di strumentalizzazioni politiche e soggetti a una sorta di lavaggio del cervello contro la mobilità a motore, è la nostra parola d’ordine. Sono questi gli argomenti che tratteremo il 5 e 6 ottobre a Torino in occasione dell’evento a cui tutti sono invitati a partecipare”.



L’auto, e lo dimostrano le ultime vicende legate alla crisi del mercato, è fondamentale per la tenuta di un Paese.

E’ verissimo, ma solo in Italia sembrano non accorgersene. Basta guardare i dati macroeconomici per rendersi conto che il settore è vitale per il Paese, direi il “motore” dell’economia. L’Italia, in proposito, sta facendo harakiri.



Presidente, si spieghi meglio.

Semplice, a furia di considerare il settore quale contenitore di tutte le tasse, incluse quelle che altri comparti dotati di una lobby efficace respingono puntualmente al mittente, finisce che l’auto crolla, portandosi dietro decine di migliaia di posti di lavoro, investimenti, una parte considerevole di Pil e, paradossalmente, non garantendo più ai suoi affossatori, lo Stato, buona parte del gettito.

Si riferisce all’Iva?

Certo, meno macchine si vendono, meno soldi arrivano nelle fameliche casse dello Stato.

Una situazione da allarme rosso, dunque.



Il punto di non ritorno è più vicino di quanto si possa immaginare. Numerose concessionarie hanno già chiuso i battenti, lasciando a casa il proprio personale. La spettacolarizzazione della lotta all’evasione fiscale – giusta per l’amor di Dio, ma da portare avanti con azioni meno “terroristiche” perché non si può pensare che tutti i possessori di una Ferrari o di una Bentley appartengano alla categoria dei furbi – ha avuto come conseguenza diretta il crollo delle vendite, in Italia, di auto di lusso e supercar. L’effetto, anche qui, lo sta pagando l’ultimo anello della catena, quello dei concessionari e delle officine di assistenza. Non si contano, in questo ambito, le ristrutturazioni aziendali, nella migliore delle ipotesi, in corso.

 

Quindi? Pensate di avere la bacchetta magica?

 

Non scherziamo, abbiamo sollevato il problema, denunciando tutte le ingiustizie che noi automobilisti siamo costretti a subire. L’Italia deve darsi una mossa e ridare slancio a un settore di cui non può fare a meno, per ragioni economiche e occupazionali, ma soprattutto perché automobile vuol dire libertà di muoversi, indipendenza ed emozioni. A Torino saranno messi al bando i luoghi comuni. Il settore deve prendere coraggio, scendere in trincea, dare delle risposte. Noi abbiamo creato l’occasione.

 

E gli incidenti? L’inquinamento legato all’auto?

 

Quando si verifica un sinistro, a provocarlo è chi si trova al volante, nella maggior parte dei casi per negligenza, indisciplina, incoscienza o perché sotto l’effetto di alcol e droghe. Fosse per la macchina, gli apparati preposti alla sicurezza attiva e passiva, frutto d consistenti investimenti continui, sono in grado di prevenire e nella peggiore delle ipotesi attenuare le conseguenze per gli occupanti. Ma guardiamo anche alle strade piene di buche, alla segnaletica ambigua e spesso pericolosa, ai tanti punti neri della viabilità rimasti tali. E lo stesso vale per il problema inquinamento. I motori delle ultime generazioni si rivelano più virtuosi che mai. La macchina a zero emissioni esiste da anni. E’ il sistema in senso lato a essere in grave ritardo e a scaricare le sue colpe sul settore e i suoi utilizzatori. E’ giunto il momento di ristabilire certe verità.