Esce un comunicato di Alitalia molto positivo che sembra evidenziare un’inversione di tendenza rispetto al recente passato, anche per una situazione in cui il prezzo del carburante, del petrolio, si mantiene su picchi ragguardevoli e per la situazione macroeconomica a livello mondiale, che di certo non favorisce i viaggi aerei. Non si può dire che il comunicato Alitalia sia di tono “trionfale”, ma tuttavia nella compagnia di bandiera si nota soddisfazione. Si specifica infatti che il risultato del terzo trimestre segna un trend positivo. I ricavi sono saliti a 1226 milioni di euro, un 4% in più. Poi c’è il risultato operativo che è positivo per 50 milioni di euro, mentre il risultato netto è positivo per 27 milioni. E nella nota di Alitalia si sottolinea che c’è una “inversione di tendenza” rispetto ai primi sei mesi dell’anno. A tutti questi dati, può essere aggiunto un altro elemento confortante: il cosiddetto “load factor”, cioè i posti occupati sugli aerei sono arrivati al 78%. Infine, Alitalia si compiace di aver raggiunto l’83,8% nella puntualità dei voli “in linea con l’obiettivo di diventare la prima compagnia in Europa entro il 2013”. È un comunicato che fa comprendere impegno e speranze di Alitalia, anche se due esperti del settore trasporti interpellati da ilsussidiario.net, Andrea Giuricin, fellow dell’Istituto Bruno Leoni, e il professor Oliviero Baccelli, docente di Economia dei trasporti all’Università Bocconi, fanno notare che questi dati sono relativi al terzo trimestre, che è quello dove le compagnie aree realizzano sempre il cinquanta per cento in più. «È il periodo estivo, quello delle vacanze», dice Baccelli. La conferma viene anche da Giuricin: «Questo terzo trimestre è quello che va sempre bene. Peccato che un trimestre non rappresenta tutto l’anno. È difficile che Alitalia riesca, anche con questo buon trimestre, a colmare le perdite che saranno a fine anno ancora alte». Ma ci sono pure da tenere in considerazione due fattori: il prezzo del petrolio che non scende e una situazione di crisi economica mondiale che certo non incoraggia i viaggi. Spiega Giuricin: «È vero. E si può far notare che anche altre grandi compagnie europee, come Lufthansa e Air France, non vanno affatto bene. Ma se si guarda complessivamente all’andamento di una compagnia area occorre tenere in considerazione che il terzo trimestre è quello che va sempre bene, mentre gli altri trimestri registrano periodi di calo. Tanto per essere chiari se il load factor di Alitalia è sul 78% in periodo estivo, va considerato che il load factor di diverse compagnie “low cost”arriva all’83%». Oliviero Baccelli aggiunge un’altra considerazione: «Per vedere se una compagnia area va bene, se è veramente in salute bisogna avere un altro riferimento, non solo quello del terzo trimestre. In altre parole, per vedere se una compagnia area sta realizzando buoni profitti bisogna soprattutto considerare il periodo da autunno fino a primavera, da ottobre a marzo. Se vanno bene quei due trimestri si può seriamente parlare di un’autentica inversione di tendenza anche per Alitalia».



In sintesi, come si può giudicare lo stato attuale di Alitalia? Dice Giuricin: «Bisogna aspettare. Il riferimento al terzo trimestre è meno indicativo rispetto alle aspettative complessive. Se si guarda bene nell’andamento annuale di una compagnia aerea si vede che gli incrementi cominciano sempre a primavera, quando ci sono le vacanze di Pasqua, poi aumentano nel periodo estivo. Quindi è senz’altro auspicabile che ci sia un’inversione di tendenza, ma al momento, con il risultato del terzo trimestre, non si può prenderla completamente in considerazione. Del resto, Alitalia sa già, in base alle perdite dei mesi precedenti che anche quest’anno andrà in rosso». Oliviero Baccelli condivide questa analisi e guardando complessivamente ad Alitalia sostiene: «La situazione della compagnia di bandiera si può definire, in termini non tecnici sempre “sul chi va là”. Insomma, siamo sempre a livello di guardia».



 

(Gianluigi Da Rold)

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