Buono il terzo trimestre del 2012 per la Fiat, rispetto ai dati di un anno fa. Risulta infatti un utile della gestione ordinaria di 951 milioni di euro contro gli 851 di un anno fa. Gli esperti avevano indicato una crescita pari ai 910 milioni, dunque ci sono ben 5 milioni di euro in più rispetto le previsioni. Nell’utile netto invece viene annunciato un raddoppio pari a 286 milioni di euro contro i 250 milioni che erano stati previsti. Ricavi dunque aumentati del 16% a 20, 4 miliardi di euro. La Fiat pensa grazie a questi dati incoraggianti di raggiungere il pareggio delle attività europee nel 2015-16. Tutto bene dunque? Proprio per niente: sempre nel terzo trimestre del 2012 l’indebitamento netto industriale risulta cresciuto a 6,7 miliardi di euro contro i 5,4 miliardi registrati a giugno di quest’anno. La Fiat spiega così questa crescita del debito: “effetto dell’assorbimento di cassa stagionale del terzo trimestre di Fiat esclusa Chrysler, accentuato dalle condizioni del mercato in Europa”. Di conseguenza oggi è crollato anche il titolo Fiat in Borsa: persi, dicono gli analisti, 1,4 miliardi di euro in 92 giorni, che corrispondono a circa 15 milioni di euro al giorno. Un dato peggiore di quanto succede altrove, dicono gli analisti di Credit Suisse. Si è ridotta anche la liquidità disponibile, oggi di 20 miliardi contro i 22,7 della fine del secondo trimestre. Il motivo, dicono al lingotto, è l’assorbimento della gestione operativa e la riduzione dell’indebitamento lordo per 1,7 miliardi (1,4 miliardi di euro al netto dell’effetto della variazione dei cambi di conversione). Questo il quadro italiano ed europeo. Per quanto riguarda le altre tre zone operative dell’azienda, e cioè Nord America, America Latina e Asia-Pacifico, la Fiat si aspetta condizioni pari a quelle attuali, e cioè positive. E’ infatti Chrysler che tiene in positivo i conti dell’azienda torinese. In Europa invece le perdite risultano maggiori delle previsioni. Le vendite sarebbero pari a un quinto del totale della produzione. Infine Fiat fa sapere che “Gli eventi degli ultimi 12 mesi hanno rafforzato il nostro giudizio negativo sull’evoluzione dei mercati europei”. Le condizioni di debolezza nel mercato sarebbero destinate a durare almeno fino a parte del 2014.
Le vendite di questo ultimo trimestre risultano rispetto allo stesso periodo del 2011 inferiori di crca il 15% nella zona cosiddetta Emea che comprende anche Medio Oriente e Africa.