116mila vetture nuove immatricolate in ottobre contro 133mila dello stesso mese 2011. Questa volta il calo del mercato è del 12,39%, un dato certamente negativo, ma meno pesante rispetto a quello registrato nei tre mesi precedenti di luglio (-21,4 per cento), agosto (-20,2 per cento) e settembre (-25,7 per cento). È, tuttavia, peggior risultato ottenuto in ottobre dal 1977, quando le immatricolazioni furono 93mila.
In questo scenario il Gruppo Fiat a ottobre registra un risultato migliore rispetto a quello conseguito dal mercato. Infatti, con oltre 34mila immatricolazioni, ottiene una quota del 29,1 per cento, 0,7 punti percentuali in più rispetto a ottobre 2011. Nei primi dieci mesi dell’anno, invece, il Gruppo Fiat immatricola quasi 358mila vetture per una quota stabile al 29,6 per cento. Nel mese migliorano la quota Fiat (al 21,2%, +0,8%) e Alfa Romeo (al 2,9%, +0,3%). Positivo il saldo di Lancia nei primi dieci mesi dell’anno: quota al 5,1%, +0,25%. Fra le straniere in forte calo nel mese Skoda (-40,43%), Opel (-31,34%), Renault (-28,18) e Ford (-26,79%), mentre Volkswagen contiene le perdite entro l’8,64%. Male anche Porsche (- 40,43%) che risente della penalizzazione fiscale prevista per le vetture con potenze oltre i 185 Kw.
“Per le imprese della filiera automotive italiana – ha commentato Roberto Vavassori, Presidente di ANFIA – lo stato di allarme rimane forte, soprattutto perché i volumi di produzione di autoveicoli nel nostro Paese sono al di sotto della soglia critica per la tenuta del tessuto industriale. Il rischio, sempre più concreto, è che le aziende più piccole e le multinazionali estere della componentistica si trovino costrette a chiudere gli impianti, con gravi ricadute occupazionali e una grossa perdita per l’intera economia nazionale. Rinnoviamo, ancora una volta, il nostro appello alle istituzioni, Governo e Parlamento, per lavorare insieme a un miglioramento della competitività industriale nazionale, inderogabile passo da compiere per consentire un livello di investimenti coerente con la posizione dell’Italia di secondo Paese manifatturiero in Europa”.
Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, nel suo commento a caldo fa addirittura riferimento alle catastrofiche previsioni della civiltà precolombiana dell’America Centrale: “Anche se ottobre perde meno dei mesi precedenti, a leggere questi dati mi viene da pensare che i Maya, quando avevano previsto la fine del mondo, si riferissero in realtà al mondo italiano degli autoveicoli. Infatti solo un particolare allineamento astrale può giustificare l’accanimento made in Italy verso chi vuole acquistare un autoveicolo o chi lo possiede. Mi riferisco ad aumenti di Iva, passati e futuri, al rincaro dell’80% delle Imposte Provinciali di Trascrizione, di bolli, accise sui carburanti, pedaggi autostradali, assicurazioni, passaggi di proprietà, varo di superbolli per le auto prestazionali e riduzione della deducibilità e detraibilità per le auto aziendali.
Un pacchetto di disincentivi, tutto italiano, che si è abbattuto come uno tsunami sulle famiglie e sulle aziende uccidendo i consumi”. Jacques Bousquet, Presidente dell’UNRAE, l’associazione delle case estere in Italia, commentando i risultati di fine mese, fa notare che quest’anno ottobre ha avuto due giorni lavorativi in più rispetto al 2011. Quanto al futuro, secondo Bousquet, “dopo undici mesi consecutivi in caduta libera a due cifre in cui il Governo non ha saputo, potuto o voluto intervenire e con l’avvicinarsi dell’inevitabile vuoto legislativo che precede le elezioni, è difficile prevedere a breve un’inversione di tendenza”.
(Carmelo Bongiovanni)
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