Né dai francesi né dagli arabi. E neppure dalla Cassa depositi e prestiti. Il salvataggio di Alitalia potrebbe provenire dal più inaspettato dei soggetti. Ovvero, dal suo peggior nemico. Le Ferrovie dello Stato. Che, in questi ultimi mesi, con l’Alta velocità, stanno seriamente mettendo in pericolo il core business della compagnia area, le tratte che uniscono Roma, Milano e Torino. Si tratta, per il momento, di voci di corridoio. Avvalorate, tuttavia, dal fatto che Roberto Colaninno, socio della compagnia, si è detto sicuro del fatto che Mauro Moretti, ad di Fs, non potrebbe mai disinteressarsi di Alitalia. Riccardo Gallo, professore di Economia Applicata presso la Sapienza di Roma ed esponente di Fermare il Declino, ci spiega quali sono le prospettive dell’azienda.
Anzitutto, Alitalia è messa così male da dover per forza essere salvata da qualcuno?
Alitalia non è messa così male. L’anno scorso ha raggiunto il pareggio economico operativo. Il primo semestre è peggiorato per la caduta del traffico generale, a causa della crisi, mentre il secondo semestre 2012 è andato come lo stesso semestre dell’anno precedente. Nel 2013, si dovrebbe tornare al pareggio operativo. In prospettiva, l’azienda è in bilico. Ma non sull’orlo del baratro.
L’Alta velocità potrebbe agevolare il trend al ribasso?
Di sicuro, la concorrenza potrebbe dargli del filo da torcere. Tuttavia, dato che le cose, tutto sommato, non stanno andando così male, c’è da interrogarsi sul perché Alitalia sia alla ricerca di un acquirente. E perché, ad esempio, non approfondisca l’alleanza strategica con Air France.
Già, perché?
Gli attuali soci, dal 2008 a oggi, hanno perso buona parte del capitale investito. E, semplicemente, non hanno intenzione di rimettercelo. Perché, già all’epoca, avevano presumibilmente proceduto all’acquisizione per ottenere, in cambio dell’operazione, una serie di benefici dal governo in carica. Benefici che l’attuale esecutivo ha manifestato l’intenzione di non rinnovare.
Quindi? Quali prospettive si prefigurano?
Ci sono tre alternative: i soci di Alitalia decidono di compiere un gesto di responsabilità, e ricapitalizzano; decidono di non compierlo, e lo fanno fare ad altri, ad azionisti esteri; mollano la compagna alle Ferrovie dello Stato. Che, è bene ricordalo, appartengono allo Stato.
Come giudicherebbe quest’ultima opzione?
La peggiore in assoluto. Dopo il commissariamento e la finta privatizzazione, si tratterebbe dell’ennesimo raggiro contro e per conto dello Stato, in nome delle “sinergie”; una pietosa bugia che continua a ricorrere nel nostro Paese ogni volta che si tratta di imbrogliare i cittadini. “Sinergie”, per esempio, tra la Montedison e l’Eni, quando fu inventata l’Enimont. O la “sinergia” tra Alitalia e Air One; quest’ultima, all’epoca di proprietà dell’azionista privata Carlo Toto, in nome delle sinergie fu venduta mentre si trovava sull’orlo del fallimento. Intanto, a noi cittadini tocca di pagare l’Imu per salvare i privati che sono stati protagonisti di queste finte privatizzazioni.
L’opzione, quindi, è biasimevole. E’ anche probabile?
Conoscendo il Paese, è molto probabile. Non dimentichiamo che pare che l’amministratore delegato delle Fs sia tra i probabili candidati al Comune di Roma. Moretti, in cambio della candidatura, potrebbe fare il favore, ai partiti che lo sostengono, di decidere all’ultimo di procedere con l’acquisizione.
(Paolo Nessi)