Secondo una ricerca dell’osservatorio Linear sono in costante aumento quanti scelgono di spostarsi utilizzando la bicicletta, soprattutto nelle città. Si calcola che a oggi ci siano ben 25 milioni di ciclisti in Italia, un numero in costante crescita, favorito anche dalle politiche delle amministrazioni che creano infrastrutture dedicate alle due ruote (a pedali) e propongono servizi di bike sharing. Traffico, costi di gestione dell’auto, complementarietà con i mezzi pubblici sono le principali motivazioni di quanti scelgono questo mezzo di trasporto. Ma questo “esercito” a pedali chiede che si faccia di più di quanto si è visto fino a oggi.
In tutta Italia è forte la richiesta di piste ciclabili riservate, in particolare nelle città del Nord, argomento su cui il Bel Paese è decisamente più indietro rispetto a Paesi che, malgrado condizioni climatiche decisamente meno incoraggianti, offrono infrastrutture generose: in Italia si calcolano in tutto 3.227 chilometri di piste ciclabili, contro i 35mila della Germania e i 17mila dell’Inghilterra. Se si escludono alcuni centri storici, dove la circolazione delle biciclette è sufficientemente garantita, per la maggioranza dei ciclisti le città sono pericolose. Insicurezza confermata, purtroppo, dai dati registrati sugli incidenti: l’indice di mortalità medio per un ciclista in Italia è di 1,92%, più del doppio (0,77%) rispetto a chi va in auto e 6 volte più alto (0,31%) di chi sceglie l’autobus. Le citta più sicure sono Aosta, Trento, Trieste, Genova, Ancona e Campobasso. Mentre sono decisamente a rischio quanti vanno in bicicletta a Potenza, L’Aquila, Torino e Napoli.
L’aumento dei ciclisti nelle nostre strade cittadine però acuisce anche il perenne contrasto con gli automobilisti. Se chi percorre le strade in bicicletta infatti lamenta l’ira di chi guida una vettura chi si sposta con le quattro ruote sopporta a fatica la presenza dei ciclisti, soprattutto in alcune situazioni o relativamente a determinati comportamenti: il 61% degli automobilisti intervistati non sopporta che circolino in mezzo alla strada mentre, per un 58%, la mancanza di attenzione e il fatto che sbuchino senza guardare. Il 44% degli intervistati fa notare che spesso i ciclisti non usano segnalatori come faretti o catarifrangente durante le ore notturne, infine il 40% punta il dito sul loro cambio improvviso di direzione, che minaccia la sicurezza sulle strade. Insomma, una convivenza difficile, che non a caso viene risolta proprio dalle piste ciclabili, che di fatto riescono a matenere separati il mondo dei mezzi a motore da quelli a “propulsione umana”.