La riduzione degli incidenti stradali e una maggiore sicurezza per quanti viaggiano quotidianamente sulle nostre strade è uno degli obiettivi prefissati dall’Ue, rispetto alla quale l’Italia è in ritardo anche se qualche cosa sta cambiando. Perfino l’Onu ha proclamato per il prossimo decennio una serie di iniziative legate alla sicurezza stradale per poter ridurre il numero di incidenti mortali entro il 2020. Rispetto al 2010, l’anno passato ha visto un miglioramento della sicurezza in Italia, anche se i numeri sono ancora da bollettino di guerra.
Nel 2011, infatti, si sono verificati 205.000 incidenti con lesioni a persone, il 3% in meno rispetto al 2010, ma pur sempre una media di oltre 560 incidenti al giorno. Sempre nel corso dell’anno passato si sono verificati inoltre 3.800 decessi (-7,1% sul 2010) e 292.000 feriti (-3,5%). Numeri che ci pongono appena al di sopra della media europea, con un tasso di mortalità (decessi per milione di abitanti) pari a 63, ben lontano dai primi della classe: il Regno Unito, infatti, vanta un tasso di mortalità che è quasi la metà del nostro: 32. I paesi invece dove c’è ancora molto da fare sono Polonia (con un tasso di 109), Grecia e Romania. Il dato negativo è che aumenta l’indice di mortalità (decessi ogni 100 incidenti) sulle autostrade (+0,1) mentre migliora nei centri urbani (-0,1) e sulle strade extraurbane (-0,2).
Nell’ottica di rendere sempre più sicure le strade dell’Unione europea la commissione ha individuato sette obiettivi specifici:
1) migliorare la sicurezza dei veicoli;
2) realizzare infrastrutture stradali più sicure;
3) incrementare le tecnologie intelligenti;
4) rafforzare l’istruzione e la formazione per gli utenti della strada;
5) potenziare i controlli;
6) fissare un obiettivo per la riduzione dei feriti in incidente stradale;
7) prestare maggiore attenzione alla sicurezza dei motociclisti.
Esiste però un dato ugualmente preoccupante: l’enorme differenza tra il numero di incidenti con danni fisici verbalizzati dalle forse dell’ordine e il numero di incidenti risarciti dalle compagnie di assicurazione nello stesso periodo. Se da un lato, per il 2011, Aci e Istat stimano che vi siano state 295.800 persone danneggiate, il sistema assicurativo prevede circa 970.000 risarcimenti. In Italia, infatti, oltre il 70% degli incidenti con danni fisici non viene censito dalle forse dell’ordine, ma questo rende possibili le frodi e, a sua volta, incide negativamente sulle tariffe assicurative pagate dagli automobilisti.
Per questo il presidente di Aci, Sticchi Damiani, ha dichiarato: “Appaiono dunque assolutamente necessarie le misure recentemente varate dal Governo che cambiano le modalità di accertamento dei danni fisici. Collegando queste misure alle proposte suggerite dall’Aci, si potrebbe ottenere una riduzione delle tariffe Rca fino al 30%”.