Mentre l’ultimo controesodo di agosto intasa la rete stradale e autostradale nazionale e mentre i super sconti proposti in particolare da Eni si avviano alla conclusione, il prezzo della benzina fa registrare un nuovo record. Il monitoraggio di Quotidiano Energia ha infatti rilevato punte di 2,013 euro/litro per la verde nel Centro Italia, in Toscana e Liguria, complice anche il rincaro dovuto alle addizionali regionali. Dopo aver analizzato un campione di stazioni di servizio che rappresenta la situazione nazionale, per Check-Up Prezzi QE i prezzi medi del carburante in modalità “servito” sono oggi a 1,924 euro/litro per la benzina, 1,809 per il diesel e 0,778 per il Gpl. Intanto una stima della Coldiretti, che pochi giorni fa esortava i consumatori a boicottare i distributori con prezzi troppo elevati, ha evidenziato che fare il pieno in un’automobile con un serbatoio di 60 litri è arrivato a costare ben 120 euro, una cifra superiore ai 111 euro che secondo l’Istat una famiglia italiana spende mediamente ogni settimana per la spesa. Il professor Giuseppe Colangelo, docente di Economia Politica presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università dell’Insubria, contattato da IlSussidiario.net, spiega che sono essenzialmente tre i fattori che portano a un tale innalzamento del prezzo del carburante: «Innanzitutto l’aumento del prezzo della stessa materia prima, che da qualche settimana sta subendo dei rincari, oltre all’intervento del governo italiano che ha da poco deciso di ritoccare le accise, seppur in maniera lieve, ma che ha inevitabilmente portato a un aumento del prezzo. L’ultimo aspetto è invece rappresentato dalla debolezza della moneta unica nei confronti del dollaro che rende il costo della materia prima in euro ancora più alto. Sono questi gli elementi che, uniti tra loro, spiegano un prezzo del carburante così elevato». Il professor Colangelo sottolinea però che i prezzi possono variare da zona a zona, in alcuni casi anche notevolmente, a causa delle addizionali regionali: «Si può osservare quindi che in molti casi il prezzo va ben sotto i due euro a litro, a seconda delle situazione. Inoltre gli sconti proposti da alcuni distributori, che finiranno al termine di questa settimana, potrebbero venire estesi a tutto il mese di settembre, il che andrebbe certamente in aiuto dei consumatori, anche se le offerte non vengono applicate sulla rete autostradale».
Resta il fatto che per veder calare il prezzo della benzina in futuro, è necessario che cambi qualcosa nelle tre condizioni elencate da Colangelo, il quale si dice però in parte scettico: «Il ribasso della materia prima è collegato ovviamente a determinate condizioni sui mercati internazionali che a volte non sono solamente economiche ma anche geopolitiche. Inoltre dovremmo sperare che il governo non intervenga ulteriormente sulle accise o che addirittura possa ridurne qualcuna di qualche centesimo, anche se non credo sia una tra le prorità nell’agenda di Monti. L’ultimo aspetto, infine, anche questo abbastanza improbabile, è che l’euro si rivaluti leggermente nei confronti del dollaro. Quindi, dopo questa considerazione, credo che almeno per le prossime settimane il prezzo della benzina resterà ancora elevato».
(Claudio Perlini)