Fiat fa marcia indietro e cancella il progetto Fabbrica Italia. A seguito dei timori espressi nelle ultime settimane da esponenti del mondo sindacale e politico, il Lingotto decide di venire allo scoperto e ammette di aver modificato i propri piani, mettendo dunque in discussione quei 20 miliardi di investimento, previsti inizialmente dal progetto, che sarebbero dovuti servire a rilanciare gli stabilimenti italiani. A farlo sapere è proprio la Fiat, attraverso una nota: “Le cose sono profondamente cambiate da quando nell’aprile 2010 venne annunciato il piano Fabbrica Italia”, scrive il Lingotto. Alla luce di questo, è quindi “impossibile fare riferimento a un progetto nato due anni e mezzo fa” ed è “necessario che il piano prodotti e i relativi investimenti siano oggetto di costante revisione per adeguarli all’andamento dei mercati”. Brutte notizie in arrivo dunque, ma Fiat intende rispondere a chi nelle scorse settimane aveva messo in discussione tale progetto. “Nei giorni scorsi, – si legge – da parte di alcuni esponenti del mondo politico e sindacale sono state fatte alcune dichiarazioni preoccupate per il futuro di Fabbrica Italia”. La Fiat sottolinea quindi che già il 27 ottobre 2011 “aveva annunciato che non avrebbe più utilizzato la dizione Fabbrica Italia perché molti l’avevano interpretata come un impegno assoluto dell’azienda mentre invece si trattava di una iniziativa del tutto autonoma che non prevedeva tra l’altro alcun incentivo pubblico”. In occasione dell’incontro tenutosi a Torino ad agosto scorso con le organizzazioni sindacali, prosegue a spiegare la Fiat, l’azienda ha “ribadito la delicatezza di questo periodo, di cui è impossibile prevedere l’evoluzione, impone a tutti la massima cautela nella programmazione degli investimenti. Informazioni sul piano prodotti/stabilimenti saranno comunicate in occasione della presentazione dei risultati del terzo trimestre 2012”, conclude la nota. Ovviamente le reazioni non sono tardate ad arrivare, a cominciare da quella del leader della Fiom, Maurizio Landini: “Se dalla nota emerge che il famoso Piano Fabbrica Italia rischia di non esserci più, – ha detto – siamo di fronte a un problema molto serio. Non aver fatto gli investimenti ha determinato che la Fiat venda meno di altri perché non ha nuovi modelli e in più c’è il rischio che in Italia un sistema industriale dell’auto, non solo Fiat e componentistica, salti”.
Secondo Landini, inoltre, “la discussione nel governo e nella politica di questo Paese dovrà essere quella di come si fa ad evitare che il sistema industriale imploda, salti e si perdano nuovi posti di lavoro”. Secondo Stefano Fassina, invece, responsabile economia e lavoro del Partito Democratico, il comunicato della Fiat “è molto preoccupante e porta a chiedersi se il programma Fabbrica Italia sia mai esistito, oltre le slides utilizzate per arrivare ad accordi sindacali pesanti e alla limitazione della democrazia nelle aziende del gruppo”. Il governo, conclude Fassina, deve quindi intervenire al più presto.