Sergio Marchionne amministratore delegato di Fiat risponde dopo le polemiche e le accuse degli ultimi giorni. Contro le sue dichiarazioni che il progetto Fabbrica Italia di Fiat fosse ormai impossibile da realizzare, sindacati, governo e politici si erano scagliati contro l’amministratore delegato. Accusato di star truffando i suoi operai e l’Italia intera, di non mantenere le promesse fatte e di volere, in sostanza, lasciare l’Italia. Non ho mai parlato di esuberi, di chiusura di stabilimenti e di lasciare l’Italia, rispondeoggi Marchionne. Lo dice in una intervista rilasciata al quotidiano Repubblica, spiegando la sua posizione. Dice che non vuole mollare, di volersi impegnare ma di non potercela fare da sola: “l’Italia dell’auto è precipitata in un buco di mercato senza precedenti. Solo un anno fa il Paese era fallito”. La Fiat, spiega, non può comportarsi come se niente fosse successo, chi lo pensa è un imbecille o un prepotente fuori di ogni logica, dice. Tra i tanti che lo avevano attaccato uno di coloro che avevano parlato di amministratore delegato incapace era stato l’imprenditore Diego Della Valle. A lui Marchionne risponde così: “Tutti parlano a cento all’ora, perché la Fiat è un bersaglio grosso, più delle scarpe di alta qualità e alto prezzo che compravo anch’io fino a qualche tempo fa: adesso non più. Ci sarebbe da domandarsi chi ha dato la cattedra a molti maestri d’automobile improvvisati”. Marchionne ne ha anche per l’ex amministratore delegato di Fiat Romiti a cui risponde dicendo che la Fiat di oggi non è più quella dei suoi tempi. Il governo ha sollecitato un incontro con lui: Marchionne dà il suo assenso ma si chiede a cosa possa servire. Il discorso strategico che lui propone è sostenere la Fiat italiana grazie a quella parte di Fiat che va bene, cioè quella che ha stabilimenti in America del nord e del sud. Per un confronto serio, aggiunge, bisogna partire da questi dati. Per quanto riguarda Fabbrica Italia, Marchionne dice che era un progetto basato su cose che ormai non ci sono più, almeno la metà. Il mercato su cui si voleva puntare è crollato mentre la Fiom ha aperto nei suoi confronti più di settanta cause. “Tutto è cambiato. E io non sono capace di far finta di niente. Anche perché puoi nasconderli, ma i nodi prima o poi vengono al pettine. Ecco, siamo in quel momento. Io indico i nodi: parliamone” conclude.
Infine per dimostrare come non esista più un mercto dell’auto in Italia parla della nuova Panda, definita la migliore di smepre con un investimento di 800 milioni: eppure nessuno la compra, dice, perché il mercato non esiste più.