Il settore dei trasporti sta vivendo il suo periodo più nero nella storia del nostro Paese. Vuoi la pandemia, vuoi il periodo (la summer season può sempre essere un’incognita), fatto sta che i passeggeri di tutta Europa stanno impazzendo dovendo correre dietro a ritardi e cancellazioni dei voli negli aeroporti di tutta Europa.



Meglio del trasporto aereo se la sta passando quello su rotaia, in questo caso ci sono meno problemi operativi se non quelli causati dagli incendi che si verificano vicino alle rotaie (come ad esempio è accaduto recentemente sul Carso triestino), in special modo quando il caldo si fa sentire in modo più intransigente. Ma se oggi i problemi nel trasporto passeggeri (treno, nave aereo) sono di varia natura, domani questi problemi potrebbero essere del tutto superati.



Il futuro del trasporto su rotaia si chiama Hyperloop e potrebbe vedere la luce verso la fine del 2026 proprio in occasione delle Olimpiadi invernali di Cortina d’Ampezzo-Milano. 

Hyperloop nasce da un’intuizione di Elon Musk, geniale miliardario, imprenditore e inventore, il quale però, da vero cultore del progresso scientifico, ha lanciato l’idea ponendola volontariamente come progetto open source: ciò significa che, a partire dal concetto di base, chiunque abbia le opportune competenze tecnico-scientifiche e un adeguato portafoglio può sviluppare ulteriormente il progetto in totale autonomia. Sulla base di questa ideologia, oltre a Musk con Space X, si sono avventurate ben 5 aziende che stanno lavorando su altrettanti progetti di sviluppo per un sistema di trasporto a terra ad altissima velocità. Sono la Boring Company, che ha come core business l’esecuzione di tunnel e infrastrutture sotterranee da adibire al transito dei treni supersonici, poi c’ è la Hyperloop Transportation Technologies (abbreviato in HTT), nata appositamente per sviluppare il processo di industrializzazione del treno supersonico, la Virgin Hyperloop One di Sir Richard Brenson, la TransPod, una startup franco-canadese che progetta veicoli e tecnologia di trasporto ad altissima velocità e che ha avviato i progetti di fattibilità per i primi test di treno supersonico in Italia e in ultimo la Hyperloop Italia, la startup fondata a gennaio 2020 dall’eclettico Bibop Gresta che ha l’ambizioso obiettivo di rendere concreto l’approdo dei treni supersonici nel nostro Paese.



Ma che cos’è Hyperloop? In sostanza è un mezzo di trasporto costituito da singole capsule di alluminio (POD) che possono trasportare merci o persone (all’incirca una trentina per pod) che vengono poi inserite all’interno di tubidotti a bassissima pressione e viaggiano alla velocità di circa 1.221 km/h. Il moto delle capsule è garantito sfruttando il concetto della levitazione magnetica, secondo cui fra la capsula e le rotaie ci sono dei magneti che, per effetto dei motori elettrici lineari a corrente alternata presenti nel sistema, invertono istante dopo istante le proprie polarità consentendo il contemporaneo “galleggiamento” del treno nel tubo e lo scorrimento della capsula all’interno del tubo stesso. 

Questa tecnologia di moto ha preso piede grazie al progresso raggiunto negli ultimi anni nel tema della levitazione magnetica, in quanto l’idea originaria che avrebbe permesso il movimento delle capsule si basava sulla presenza di cuscinetti d’aria all’interno dei tubi. L’idea di sfruttare lo spostamento materiale all’interno di tubi a bassa pressione venne ipotizzato già in passato tra il ‘700 e l’800, dall’ingegnere meccanico inglese George Medhurst. Dopo la sua morte vennero trovati degli schizzi e appunti dell’epoca dove lo scienziato illustrava la sua idea di realizzare un motore pneumatico mediante la variazione della pressione dell’aria per mezzo di pompe e compressori, e denominato “motore Eolico”, per sfruttarne il moto all’interno di una ferrovia tubolare di ferro. 

Ma se il trasporto su terra corre veloce con i suoi progetti anche quello aeronautico non sta fermo a guardare. L’ultima notizia proveniente dal Salone dell’Aviazione di Farnborough in Inghilterra è la nuova linea dell’aereo supersonico della BOOM Aerospace. Inizialmente progettato con due motori, la nuova forma di questo aereo innovativo e presentata alla stampa dal fondatore di BOOM ed ex socio di Amazon Blake Scholl, porta i motori di Overture (questo è il nome dato all’aereo) da 2 a 4, e sarà allestito con dei turbo fan di nuovissima generazione e in grado di funzionare con il solo carburante ecosostenibile. L’aereo sarà in grado di coprire distanze importanti, con tempi di percorrenza ridottissimi. La Londra-New York infatti sarà raggiungibile in sole 3 ore e mezza. L’aereo a corridoio singolo potrà trasportare fino a di un massimo di 88 passeggeri tutti alloggiati in comodissime poltrone di business class o di prima classe. 

La primissima compagnia aerea ad aver comprato gli aerei della BOOM è stata la Japan Airlines con un ordine di ben 15 aeromobili. A ruota è seguita United che ne ha ordinati 15 e opzionati ben 35. Ma Boom non ha creato interesse solo da parte delle compagnie aeree, ma anche dal Governo statunitense: infatti, è allo studio un nuovo Air Force One che verrà appositamente progettato ed allestito per la Casa Bianca. 

Un diretto concorrente, ma con capacità ridotta rispetto a BOOM sul trasporto passeggeri è il Progetto Supersonic 2.0 di Virgin Galactic, anche questa azienda di proprietà di Sir Richard Brenson che è anche il proprietario della compagnia aerea Virgin Atlantic. La società ha recentemente firmato un accordo con la Rolls-Royce per sviluppare un nuovo velivolo supersonico in grado di superare di ben 3 volte la velocità del suono. L’areo della Virgin avrà una capacità da 9 a 19 passeggeri, arriverà a una velocità di oltre Mach 3, incorporando layout di cabina personalizzati come la disposizione dei posti a sedere di business o di prima classe. L’aereo sarà in grado di volare a un’altitudine di 60.000 piedi e si stanno anche prendendo disposizioni per farlo funzionare con carburante ecosostenibile.

Copyright © Virgin Galactic

Il quadro del trasporto in senso stretto quindi nei prossimi 7-10 anni subirà un’importante trasformazione. Molto dipenderà dalla capacità di investire, ma anche dalla conformazione dei territori dove saranno ubicati gli investimenti. Negli Stati Uniti, dove il terreno è sostanzialmente piatto, è facile immaginare la creazione di hub per treni ad altissima velocità per raggiungere le grandi città, mentre per il trasferimento oltreoceano chi potrà permettersi un biglietto da 15 mila dollari utilizzerà i nuovi aeromobili. Se uniamo tutto questo, al discorso che sta prendendo piede negli ultimi mesi legato all’integrazione dei Volocopter negli aeroporti, ossia i nuovi taxi del futuro, ecco che il sistema tradizionale di trasporto per come lo conosciamo oggi, tra 10 anni sarà completamente diverso. 

Probabilmente ci vorranno un po’ più di 10 anni per arrivare a una stabilità nel sistema e a un’integrazione tra terra e cielo, ma chi resterà indietro agganciato ancora a un sistema trasporto fin troppo tradizionale che ha dei costi insostenibili per effetto del rincaro dei prezzi, molto probabilmente potrebbe sparire dal mercato nel giro di una o massimo due stagioni. Una cosa è certa: la corsa alla trasformazione del sistema dei trasporti ormai è definitivamente partita e difficilmente si potrà fermare. Un bene per tutti i passeggeri.

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