È terminato il vertice in videoconferenza sul nodo dei trasporti al Ministero, con la Ministra De Micheli che ha confermato la capienza all’80% come misura limite su metro, bus, treni e tram: secondo quanto riporta l’Ansa, il Governo starebbe valutando l’ipotesi di un nuovo scaglionamento degli ingressi nelle scuole con misure simili anche per gli uffici pubblici. In discussione tra le sigle del trasporto pubblico locale e il Ministero anche l’istituzione di tavoli regionali di coordinamento per valutare settimana dopo settimana l’evoluzione di contagi e sovraffollamenti; «il Ministro ha colto bene il problema odierno, l’80% di capienza rimarrà perché viene considerato all’interno dei limiti di sicurezza e permette la sopravvivenza delle aziende di trasporto pubblico locale», ha spiegato a Rai News 24 il presidente di Asstra Andrea Gibelli, non prima di aggiungere «La Ministra ci ha dato garanzia sul tenere questi attuali perimetri delle norme: per quanto riguarda i controllori invece ci è stato segnalato la possibilità di maggiore controllo, la nostra posizione è quella di ingaggiare con risorse aggiuntive personale terzo per i controlli».



DE MICHELI “CAPIENZA NON OLTRE L’80%”

«Attualmente rispetto ai 16 milioni di viaggi effettuati giornalmente durante il periodo pre-Covid, il monitoraggio ha rilevato che l’utilizzo dei mezzi di trasporto si attesta a -50% rispetto allo stesso periodo del 2019», è quanto detto dal Ministro dei Trasporti Paola De Micheli nel questione time alla Camera in vista del tavolo con le sigle e le Regioni previsto per questo pomeriggio. Il Governo intende affrontare la problematica dei trasporti con potenziali nuove misure restrittive da attuare oltre il Dpcm: dopo le polemiche sollevate da alcuni esperti scientifici – anche membri del Cts – la De Micheli ricorda «Durante le ore di punta, viene rispettata la percentuale di riempimento dell’80%». Mentre in Lombardia si studiano possibili nuove misure restrittive dopo i numeri del ultimi giorni che hanno fatto allarmare le autorità sanitarie e politiche, sulla proposta dello scaglionamento degli orari per la scuola arriva la replica dell’Associazione Nazionale Presidi con il presidente Antonello Giannelli: «Non si può esagerare chiedendo alle scuole di iniziare le lezioni troppo tardi. Vi sono esigenze che vanno contemperate: è ragionevole scaglionare gli ingressi nel lasso di un’ora, per esempio prevedendo che alcune entrino alle 7:45 e altre alle 8:45. Oltre, diventa problematico». Intervenendo all’audizione della Commissione Parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, il Ministro della Salute Roberto Speranza sottolinea «Quello del trasporto pubblico urbano è un tema vero: oggi c’è una riunione tra tutti gli assessori regionali ai Trasporti e i ministri competenti. Noi verificheremo le situazioni e le condizioni, al momento la mia opinione è che dobbiamo provare a lavorare soprattutto su due ambiti: favorire la possibilità di un rafforzamento dello smart working, che può essere ulteriormente implementata e utilizzata in questa fase; e provare ad incentivare e rafforzare ancora di più le differenziazioni di accesso e ingresso negli uffici pubblici e nelle scuole».



DE MICHELI “NO ALLA DIDATTICA A DISTANZA”

Si affollano le proposte e le polemiche sulla gestione dei trasporti pubblici dopo la risalita dei casi Covid, con il tema che torna al centro del dibattito Stato-Regioni dopo che forse per troppi mesi è stato sottovaluto/dimenticato dalle autorità. Da un lato le Regioni compatte chiedono interventi e fondi per poter diminuire la pressione su bus, metro e treni senza portare al collasso delle categorie sul trasporto pubblico locale; di contro, il Cts dopo le iniziali indicazioni “soft” sui trasporti, sono tornati a indicarli come potenzialmente dannosi e pericolosi per la diffusione della pandemia. In mezzo il Governo che pure al suo interno non è compatto: poco fa la Ministra De Micheli è intervenuta sui social per smentire indirettamente le “polemiche” con la collega Azzolina in merito alla didattica a distanza. «Leggo articoli di giornale che mi attribuiscono una posizione favorevole alla didattica a distanza per evitare il sovraffollamento dei mezzi pubblici. Nulla di più lontano dalla realtà. La scuola in presenza va favorita con ogni mezzo», scrive la titolare del Mit poco prima del vertice convocato oggi pomeriggio in Ministero con le sigle e le Regioni.



LE PROPOSTE DEGLI ESPERTI E DEL GOVERNO

«Per evitare l’affollamento sui mezzi e nei luoghi d’attesa ritengo che si debba tornare ad implementare il lavoro da casa e l’insegnamento a distanza, dimezzando almeno nelle scuole superiori il numero giornaliero dei frequentanti ‘in presenza’», è la proposta avanzata dal virologo Massimo Galli, responsabile reparto rianimazione dell’Ospedale Sacco di Milano. Il collega dell’ospedale Galeazzi, Fabrizio Pregliasco all’Adnkronos Salute sottolinea «Penso che anche la didattica a distanza per i ragazzi più grandi, dai 16 anni, potrebbe essere utile. Almeno in queste settimane. Se agiamo bene adesso che la diffusione non è ancora così elevata, infatti, saremo in grado di controllare la situazione». Il Governo dunque si appresta a varare prima della scadenza del prossimo Dpcm (il 13 novembre, ndr) nuove misure per ridurre la capienza dei passeggeri sui mezzi favorendo però orari di ingresso e uscita scaglionati per uffici e scuole superiori, ulteriore potenziamento dello smart working ma anche eventuali aperture delle Ztl.

VERTICE AL MINISTERO SUL NODO TRASPORTI

Il giorno dopo il varo del nuovo Dpcm 13 ottobre, è il tema trasporti a lasciare tutt’altro che “uniti” Governo e Regioni: tanto il Veneto, quanto Lombardia ed Emilia Romagna si fanno capifila nel chiedere all’esecutivo ulteriori provvedimenti sul tema caldissimo dei mezzi pubblici, con il nodo assembramenti in metro, bus e treni. Da qui s’era avanzata l’ipotesi della scuola a distanza per alcune classi delle superiori, in modo da ridurre l’impatto dei passeggeri nelle ore di punta, ma il Presidente Conte e la Ministra Azzolina si sono opposte appellandosi alla continuità in presenza di tutti gli studenti. Il problema dei trasporti resta e l’allarme sulla capienza dei passeggeri da ridurre (oggi è all’80%, ma potrebbe cambiare già nei prossimi giorni) non è problema secondario: per tutti questi motivi, oggi il Ministro dei Trasporti Paola De Micheli ha convocato un tavolo con le associazioni rappresentative delle aziende del Trasporto Pubblico Locale, ai rappresentanti della Conferenza delle Regioni, di Anci e di Upi. «A che cosa servono le misure del Dpcm anche magari contraddittorie sulle persone in casa, se poi ci fanno ammassare sugli autobus?», osserva il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo a Rai News24, ribadendo la posizione avanzata già ieri dai Governatori Fontana, Zaia e Bonaccini. Dalla Commissione Trasporti della Conferenza delle Regioni fanno sapere che al momento una vera proposta ancora non c’è, ma occorre più che ridurre la capienza «aumentare le risorse alle Regioni di almeno 300 milioni», tema che potrebbe estendersi anche in vista della Conferenza Stato-Regioni di domani.

CAOS TRASPORTI, TUTTI GLI SCENARI

Le autorità locali e i comuni di contro sottolineano giustamente un allarme specifico per il trasporto pubblico locale dopo la mancata “stretta” nell’ultimo Dpcm: se si riduce la capienza sotto l’80%, il conseguente e paradossale esito sarebbe di avere assembramenti e file ingombranti alle fermate e sulle banchine. Secondo gli ultimi calcoli Asstra, simulando una capienza dei mezzi pubblici al 50%, ogni giorno «si impedirebbe a circa 275mila persone di beneficiare del servizio. E ipotizzando che la scelta sia quella di passare al mezzo privato si potrebbero generare da oltre 42mila a oltre 250mila spostamenti in auto in più ogni giorno solo nelle ore di punta mattutine». Per questo motivo il presidente dell’Anci Antonio De Caro a “Che giorno è” ha commentato ieri in vista del vertice oggi al Ministero dei Trasporti «La capacità del mezzo di trasporto pubblico non deve superare l’80%. Noi vorremmo abbassare questa percentuale. Il Cts parlava del 50% per stare tranquilli, ma per arrivare al 50% abbiamo bisogno di più mezzi e risorse. Tutti quelli in circolazione li stiamo utilizzando. Le aziende di trasporto non ce la fanno e l ‘unica possibilità è differenziare gli orari di ingresso e uscita delle scuole e tornare allo smart working com’era fino a qualche mese fa». Rispondendo in merito alla problematica dei trasporti sempre a Rai News24 con “Studio 24”, spiega il professor Andrea Crisanti «Mezzi di trasporto affollati favorisce il contagio, tante persone vicine non controllate e non distanziate e senza ricambio d’aria idoneo. Riduciamo la capienza? Nessuno controllerebbe, meglio far obbligare tutti ad avere mascherine e distanze, il resto è molto complesso». Intervistato da Repubblica, il presidente Iss Silvio Brusaferro sottolinea la grande attenzione che va prestata al tema trasporti «serve scaglionare orari delle attività», ovvero la soluzione già paventata lo scorso aprile ma non successivamente presa in considerazione in maniera completa da Governo e Regioni (anche per la mancanza di fondi e strutture da organizzare).