I molti italiani che si apprestano a raggiungere una meta di vacanze per via aerea sono in apprensione per via dei numerosi articoli di stampa che continuano a raccontare dei numerosi problemi del settore, tra scioperi, cancellazioni dell’ultima ora, ritardi consistenti e caos nella riconsegna dei bagagli. Coloro che invece sono già in vacanza, ma debbono rientrare in aereo dovrebbero preoccuparsi ancora di più poiché restare a terra quando si rientra, senza prenotazioni alberghiere, è peggio di quando si parte, di solito da un aeroporto abbastanza vicino a casa propria. Ma è probabile che non lo facciano almeno sino alla ripartenza, avendo attività più interessanti da svolgere rispetto alla lettura delle notizie.
Come tutti sappiamo, a partire da marzo 2020, con l’avvento della pandemia Covid 19, il trasporto aereo negli aeroporti di tutto il mondo si era drasticamente ridotto. Dopo due anni abbondanti, negli ultimi mesi, complice una sempre più ritrovata normalità, il traffico aereo si è gradualmente ripreso, ma non senza difficoltà, dato che sia le compagnie aeree che gli aeroporti durante la pandemia avevano rinunciato a parte del personale e non sono riuscite a programmare in maniera adeguata l’offerta in funzione della ripartenza del settore che è avvenuta soprattutto a partire dalla tarda primavera. Questo ha comportato non poche difficoltà per aeroporti e compagnie. Gli aeroporti che avevano licenziato i dipendenti si sono trovati scoperti, per fortuna non quelli italiani che hanno potuto tenere in stand-by il personale grazie alla cassa integrazione.
A loro volta le compagnie non si aspettavano una ripresa così rapida del trasporto aereo e sembrano aver messo in vendita più voli di quelli che erano in grado di effettuare con gli equipaggi a disposizione, pensando probabilmente di accorparli al momento della partenza, trasportandovi comunque tutti i passeggeri prenotati. Il più rapido ritorno della domanda non lo ha tuttavia reso possibile e si è purtroppo tradotto in una buona quantità di voli non effettuati che hanno lasciato i passeggeri a terra e in un gran numero di voli in ritardo. Il caos sembra dunque essere grande sotto il cielo, ma a differenza di quello che potrebbe pensarne Confucio, condiviso da Mao, la situazione non sembra così eccellente. Abbiamo allora pensato per i lettori del Sussidiario di elaborare un po’ di numeri sui ritardi aerei, da pochissimo disponibili con regolarità quotidiana da parte di Eurocontrol, l’ente europeo di coordinamento del traffico aereo. Quali sono i Paesi coi ritardi maggiori? E gli aeroporti? Qualcuno di essi si salva? E soprattutto, la tendenza generale a livello europeo è verso un miglioramento o un peggioramento dei problemi che si sono manifestati tra giugno e luglio?
Come possiamo vedere dal Grafico 1, che analizza i voli non effettuati in Europa in percentuale di quelli programmati e i voli in ritardo in percentuale di quelli effettuati, si è passati su tutti i cieli europei sorvegliati da Eurocontrol da una quota di ritardi del 20% circa sia in partenza che in arrivo nei mesi invernali a una percentuale sempre più alta a partire dal periodo pasquale. Essa ha superato il 40% di voli in ritardo a metà giugno per quelli in partenza e poco dopo anche per quelli in arrivo, fino a raggiungere il picco con l’inizio del mese di luglio, con ritardi del 50% e più sulle partenze e del 45% circa sugli arrivi. Da allora la tendenza è al miglioramento, ma ancora a fine luglio quasi un aereo su due partiva in ritardo, per convenzione si intende oltre i 15 minuti oltre l’orario previsto, e più di uno su tre arrivava in ritardo. Un po’ di ritardi non eccessivi riescono infatti a essere assorbiti durante il volo. Riguardo alla percentuale dei voli non effettuati su quelli programmati essa non ha avuto picchi così consistenti, ma si è comunque mantenuta nel periodo estivo sinora trascorso intorno al 7-8% dei voli programmati.
Grafico 1 – Voli non effettuati e voli in ritardo in Europa (dati %)
Scendendo più nel dettaglio per quanto riguarda i voli non effettuati e in ritardo nell’ultima settimana di luglio (Grafico 2), possiamo vedere come gli Stati con il minor numero di voli in ritardo si siano rivelati quelli scandinavi: Norvegia e Finlandia (21%), seguite da Svezia (26%) e Danimarca (32%). Il nostro Paese è abbastanza in linea con la media europea, che si attesta intorno al 40%; l’Italia è infatti al 41%. A livello invece di maggiori percentuali di voli in ritardo troviamo Ungheria e Bulgaria (48% e 49%), seguite da Romania (50%) e Israele (54%). A livello di voli non effettuati i dati, che vengono presentati nel Grafico 2 con segno negativo per una migliore leggibilità, si attestano tra il 2% e il 7%, con la situazione migliore in Romania e la peggiore a pari demerito in Spagna, Belgio, Germania e Israele. Il nostro Paese è a un tasso di cancellazione del 4%, decisamente migliore della media europea che si attesta invece al 6%.
Grafico 2 – Voli non effettuati e voli in ritardo per Paese nell’ultima settimana di luglio (dati %)
Esaminando lo stato dei ritardi ancora più nel dettaglio (Grafico 3) possiamo guardare ai principali aeroporti europei, ovviamente limitandoci a quelli con maggior traffico (che abbiamo a nostra scelta fissato in 24 totali). Analizzando i 12 aeroporti più virtuosi dei 24 maggiori in Europa possiamo vedere come i migliori siano stati nell’ultima settimana di luglio quelli di Madrid Barajas e Oslo in termini di voli in ritardo (29%) e di Istanbul S. Gokcen e Roma Fiumicino in termini di voli non effettuati (3%). Buona la performance degli aeroporti scandinavi e discreta quella dei londinesi e degli altri maggiori spagnoli (Barcellona e Palma di Maiorca), ma in questo caso non per le cancellazioni. In Europa la media è del 6% quanto a voli non effettuati e del 40% quanto a voli in ritardo.
Grafico 3 – Voli non effettuati e voli in ritardo negli aeroporti più virtuosi nell’ultima settimana di luglio (dati %)
Analizzando a questo punto gli aeroporti meno virtuosi della media europea (Grafico 4) troviamo Parigi Charles de Gaulle appena sotto la media per i voli in ritardo (42%), mentre la percentuale più alta la troviamo a Lisbona (55%). Milano Malpensa si trova a metà circa di questa classifica dei meno virtuosi, con il 46% dei voli in ritardo. Per quanto riguarda invece voli non effettuati, i migliori aeroporti risultano tra tutti e 24 Atene e Londra Gatwick, con una percentuale del 2%, mentre i peggiori tra tutti i 24 sono quelli spagnolo e, soprattutto, i tedeschi: Francoforte (9%) e Monaco (7%). Malpensa col 5% va meglio della media europea e Roma Fiumicino molto di più (3%).
Grafico 4 – Voli non effettuati e voli in ritardo negli aeroporti meno virtuosi nell’ultima settimana di luglio (dati %)
Analizzando soltanto la nostra situazione nazionale, limitatamente ai 10 aeroporti con più traffico, invece vediamo (Grafico 5) come nell’ultima settimana di luglio l’aeroporto di Palermo sia stato il migliore sia in termini di voli non effettuati (2%, al pari di Roma Ciampino e Bergamo), sia in termini di voli in ritardo (32%). Il peggiore in termini di voli non effettuati risulta quello di Venezia, con il 7%, mentre in termini di voli in ritardo i peggiori risultano Bologna (48%), Napoli (49%) e Bergamo (52%).
Nel complesso possiamo dire che la situazione italiana non sia la migliore a livello europeo, ma comunque tra le migliori e distante dalle peggiori. Questo ci permette di dichiararci parzialmente soddisfatti del modo in cui l’Italia sta affrontando questi disagi, anche considerando che, data l’interdipendenza dei sistemi nazionali, ogni Paese non può essere esente dai problemi che sorgono negli altri. Se la compagnia di un Paese non italiano sopprime un volo per l’Italia anche le nostre statistiche lo mostreranno e lo stesso accade quando un volo che decolla in ritardo verso di noi atterrerà in ritardo in un nostro aeroporto non essendo riuscito a recuperare durante la crociera.
Grafico 5 – Voli non effettuati e voli in ritardo nei principali aeroporti italiani nell’ultima settimana di luglio (dati %)
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