Trattato di non proliferazione del nucleare: la Russia dice no

La Russia si è opposta e ha bloccato l’adozione, proposta dalle Nazione Unite, di una revisione del Trattato di non proliferazione del nucleare, che mira di fatto a ridurre lo sviluppo (e l’eventuale uso) di armi nucleari. La trattativa andava avanti da un mese, nella sede di New York dell’Organizzazione delle Nazioni Unite dove i 191 firmatari del testo si erano riuniti. A farlo sapere è stato il presidente della conferenza, l’argentino Gustavo Zlauvinen, che dopo l’intervento della Russia ha concluso le trattative sottolineando che “la conferenza non è stata in grado di raggiungere un accordo”.



Sul tavolo c’erano oltre 30 pagine di bozza della revisione al Trattato di non proliferazione nucleare, che secondo il rappresentante russo, Igor Vishnevetsky, mancavano di “equilibrio. Numerosi paesi dopo la chiusura della conferenza hanno dichiarato di essere stati completamente d’accordo con il testo, mentre per ora solamente la posizione russa sembra averlo fatto tracollare. Le Nazioni Unite, infatti, per prendere una decisione ed adottare, eventualmente, nuove normative o regolamenti, devono raggiungere l’unanimità di voti.



La posizione della Russia sul Trattato di non proliferazione nucleare

Insomma, la revisione del Trattato di non proliferazione nucleare non verrà adottata, ma non si può escludere che un nuovo testo venga riproposto tra un po’ di tempo. Il presidente della conferenza, Gustavo Zlauvinen, ha detto che la bozza finale sulla quale si è discusso rappresentava il suo migliore sforzo per trovare un accordo tra parti con visioni completamente opposte, “per un risultato progressivo” in una particolare situazione storica in cui “il mondo è sempre più sconvolto da conflitti”, con “la prospettiva sempre crescente dell’impensabile guerra nucleare”.



Nel frattempo, però, il rappresentante russo sottolinea come il testo di revisione del Trattato di non proliferazione nucleare fosse non equo. “La nostra delegazione ha un’obiezione chiave”, sottolinea Igor Vishnevetsky, “su alcuni paragrafi che sono spudoratamente politici”, sostenendo anche che altri paesi avrebbero avanzato obiezioni al testo generale. Alcune fonti vicine ai negoziati, citate dai maggiori media italiani, sostengono che l’obiezione riguarda in particolare alcuni paragrafi che parlano dell’occupazione russa della centrale nucleare di Zaporizhzhia in Ucraina (al centro del dibattito internazionale da diversi giorni). Nel testo del Trattato di non proliferazione nucleare, infatti, si sottolinea una grande preoccupazione attorno all’occupazione della centrale e agli eventuali problemi che potrebbe causare alla sicurezza.