L’OMS, l’organizzazione mondiale della sanità, ha sollecitato la ratifica del trattato pandemico. I dirigenti della stessa organizzazione hanno fatto sapere che la prossima pandemia arriverà, non si sa solo quando, di conseguenza i Paesi coinvolti non potranno commettere gli stessi errori già commessi in passato. “La prossima pandemia – il comunicato dell’organizzazione mondiale della sanità – non è una questione di se, ma di quando. E non possiamo permetterci di ripetere gli errori del passato. Ecco perché gli Stati membri dell’OMS stanno negoziando un nuovo trattato pandemico e modifiche al regolamento sanitario internazionale, per rafforzare il quadro giuridico per la risposta globale alle pandemie”.



Quindi l’OMS aggiunge: “Invito i membri dell’Unione interparlamentare a sostenere questi negoziati verso una conclusione tempestiva, entro l’Assemblea mondiale della sanità del 2024 a maggio”. Poi conclude: “Per il bene delle generazioni future, non dobbiamo tornare al vecchio ciclo di panico e abbandono che ha reso il nostro mondo vulnerabile”. Lo scorso mese di settembre undici nazioni per lo più africane e guidate dalla Russia si sono opposte tramite una lettera formale alla risoluzione per l’approvazione del Trattato Pandemico. “Noi, gli undici Paesi citati qui sotto, non siamo d’accordo”, aggiungendo quali fossero i criteri e le risoluzioni a cui si opponevano fermamente.



TRATTATO PANDEMICO, OMS INVITA A TROVARE UN ACCORDO: UNDICI PAESI SI OPPONGONO

Obiettivo dell’OMS, come si evince dal breve comunicato di cui sopra, è quello di uniformare la risposta in caso di una nuova pandemia come il covid, ma evidentemente questi 11 Paesi intendono non sottoscrivere le richieste dell’Organizzazione, forse temendo il potere della stessa.

Le Nazioni Unite avevano anche convocato una riunione di emergenza lo scorso 20 settembre, per provare a stringere i tempi, ma evidentemente a nulla è valso, visto che il trattato pandemico non è ancora stato sottoscritto. L’accordo garantirebbe un impegno politico maggiore, definirebbe processi e compiti, e rafforzerebbe il sostegno a lungo termine del settore pubblico, oltre che promuovere l’integrazione della sanità in tutti i settori pertinenti.