Trattato per l’alto mare approvato dall’ONU

L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha recentemente approvato uno storico trattato per la protezione dell’alto mare. Storico sia per l’importanza dell’obiettivo che si pone, sia per il fatto che le trattative siano durate quasi 20 anni, mentre i negoziati che si sono conclusi in questi giorni, sono andati avanti senza sosta per una settimana, arrivando finalmente all’approvazione unanime del trattato chiamato High Seas Treaty.



A riprova ulteriore dell’importanza del trattato dell’alto mare ci sarebbe anche la commozione, in aula, dell’ambasciatrice delle Nazioni Unite per gli oceani, Rena Lee, che commentando lo storico risultato avrebbe detto che “la nave ha raggiunto la riva”. L’obiettivo, scendendo nel sodo, sarà garantire la protezione del 30% degli oceani entro il 2030, raggiungendo, insomma, quello che è stato definito degli scienziati il livello minimo per proteggere gli oceani. Secondo i principi previsti dal trattato per l’alto mare verrà istituita un’area marina protetta pari al 30% degli oceani, nella quale saranno vietate tutta una serie di pratiche che danneggiano l’ecosistema marino, come la pesca e l’esplorazione mineraria. Quell’area protetta, inoltre, sarà sottoposta a monitoraggio costante per garantire la salute di flora e fauna.



Perché l’accordo è storico?

Il trattato per l’alto mare, insomma, sarebbe un vero e proprio risultato storico, che ambirebbe a monitorare una delle risorse più importanti sul piante. Facciamo prima, però, un passo indietro per capire cosa sia, effettivamente quello che viene definito alto mare. Geograficamente è tutto quell’area marittima esterna alle Zone Economiche Esclusive, che si estendono fino a 200 miglia nautiche (370 km) dalle coste degli Stati, che rappresenta anche i due terzi degli oceani.

Concretamente, il trattato per l’alto mare potrebbe comprendere, dunque, proteggerebbe il 30% di quella porzione marina, istituendo delle vere e proprie aree protette negli oceani di tutto il mondo. L’importanza dell’accordo risiede nel fatto che gli oceani rappresentano un elemento fondamentale al 90% delle specie che occupano il pianeta, in parte perché ci vivono dentro, ed in parte per i suoi effetti sull’ecosistema. Infatti, i soli oceani producono il 50% dell’ossigeno complessivo, contribuendo anche agli equilibri dell’ecosistema e a quelli climatici. Occorre, tuttavia, ancora la revisione tecnica al testo del trattato per l’alto mare prima della sua competa entrata in vigore, ma non ci dovrebbero essere grossi intralci.