I traumi infantili lasciano dei veri e propri segni “fisici”, visibili tramite risonanza magnetica. Questo quanto scoperto da un nuovo studio che si è soffermato sui bimbi che hanno vissuto il terribile tsunami di fine dicembre 2024 in Thailandia e che ha evidenziato come il cervello venga modificato da questi eventi particolarmente segnanti vissuti in tenera età. Il Corriere della Sera ricorda che lo tsunami del 26 dicembre 2004 lasciò orfani ben 50mila bimbi, un evento ovviamente traumatico che ha segnato in maniera indelebile la psiche degli stessi.
Lo certifica ancora di più il lavoro pubblicato su Biologica Psichiatry, uno studio realizzato dall’università dell’Essex, che si basa sulla risonanza magnetica funzionale per meglio analizzare il cervello. Ebbene, è stato dimostrato che il cervello subisce delle vere e proprie alterazioni alle proprie strutture e funzioni in alcune aree come ad esempio l’ippocampo, il talamo, l’amigdala e molte altre ancora, a causa dei traumi infantili.
TRAUMI INFANTILI E CERVELLO: COSA SUCCEDE
Lo tsunami di cui sopra, ma anche maltrattamenti in famiglia, azioni di bullismo, la perdita dei genitori, ma anche l’essere sopravvissuti a incidenti stradali, sono gravissimi eventi che lasciano purtroppo dei segni indelebili sul cervello, visibili appunto tramite risonanza magnetica, soprattutto nella zona centrale dello stesso, dove si trova i neuroni raggruppati assieme a forma di ferro di cavallo. Si tratta di quella zona la cui funzione principale è quella di “condizionare” le emozioni ma anche l’umore e l’autocoscienza.
Inoltre, influisce direttamente la Default Mode Network (DMN), che è quella rete nervosa che si attiva quando siamo in sovrappensiero, in meditazione o prima di addormentarci. Di fatto è il nostro pensiero che vaga liberamente ed è chiaro comprendere a cosa possa pensare il nostro cervello quando abbiamo subito dei traumi da piccoli. Fortunatamente i traumi non vanno ad influenzare il salience network, che possono portare a depressione o ansia, ma in ogni caso le modifiche restano importanti.
TRAUMI INFANTILI E CERVELLO: IL RUOLO DEGLI ODORI
Un ruolo importante in queste situazioni viene giocato anche dagli odori, che come ben si sa, sono decisamente evocativi e sono in grado di riportare alla mente situazioni vissute anni prima. Ovviamente per chi ha subito delle situazioni complicate da bambino, hanno l’effetto di far ricordare il trauma, di conseguenza determinati odori, ma anche profumi, verranno “vietati” dalla mente del soggetto in questione.
Curioso quanto emerso dallo studio in merito al sopracitato bullismo; i ricercatori hanno infatti scoperto che le conseguenze principali di questi tipi di traumi si hanno nella fascia di età 18-24 anni, ma nel contempo è emerso che i segni visibili a livello cerebrali si avevano non soltanto nella vittima ma anche nel bullo stesso, che presentavano così un cervello diverso dal normale. Secondo i ricercatori tale lavoro potrebbe aiutare in un futuro non troppo lontano a sviluppare delle terapie ad hoc per poter aiutare tutti coloro che hanno subito dei traumi infantili.