«Basta leggere i numeri dell’economia per capire che l’Italia può fare a meno più degli Stati Uniti che dalla Cina»: con questa dichiarazione contenuta nell’editoriale odierno sul “Fatto Quotidiano”, il direttore Marco Travaglio prova a scrivere “controcorrente” dopo la giornata di imbarazzo diplomatico vissuto ieri dall’Italia in contemporanea al G7 in Cornovaglia. I fatti, prima di tutto: nelle ore in cui il Premier Mario Draghi al bilaterale con Joe Biden metteva sul piatto il tema controverso della Cina, dopo le spinte Usa a “isolare” sempre di più Pechino rinforzando l’asse Ue-Washington, a Roma il fondatore e garante M5s Beppe Grillo assieme a Giuseppe Conte avrebbe dovuto incontrare l’ambasciatore cinese.



All’ultimo l’ex Premier si è sfilato, lasciando da solo Grillo con la delegazione M5s e i diplomatici cinesi: fonti vicine a Palazzo Chigi hanno raccontato ai quotidiani della scelta decisamente poco “opportuna” attuata da un partito di maggioranza, specie se lo stesso che lo scorso anno siglò il patto con Pechino sulla nuova Via della Seta (unico Paese del G7 a farlo). Le critiche a Grillo e Conte sono dunque piovute immediate e copiose, scatenando così la “replica” del giornalista sul Fatto Quotidiano: «Draghi dà la linea nella sua nuova veste di Capo del Mondo», sfotte Travaglio attaccando l’attuale Governo. Lo stesso Conte, intervistato da “Mezz’ora in più” su Rai3 ha definito «strumentale» la polemica sollevata, «non è la prima visita che avrei fatto (ieri non ho potuto raccogliere questo invito….), non è la prima volta che incontro ambasciatori, è normale che un leader esponga la propria proposta alle altre Nazioni, non caricherei assolutamente di significati»



CINA, TRAVAGLIO E CONTE

Il messaggio è abbastanza chiaro: si attaccano i M5s per la vicinanza con la Cina, mentre per Travaglio bisognerebbe considerare più giusto allearsi economicamente e politicamente con Pechino piuttosto che con l’alleato storico della NATO. Non si lascia sfuggire una pronta replica giornalistica il vicedirettore del Giornale Nicola Porro, all’interno della sua rassegna stampa sui canali social “Zuppa di Porro”: «in realtà Travaglio deve difendere i suoi “amichetti” Grillo e Conte per il vertice con l’ambasciatore della Cina (che tra l’altro risulta che hanno bisticciato perché l’ex Premier all’ultimo non si è presentato). Dire quindi che l’Italia ha più bisogno della Cina è una sonora fake news». Dopo le polemiche e l’imbarazzo sul fronte Cina, Draghi oggi in conferenza stampa conclusiva del G7 ha spiegato «Rispetto alla Cina il comportamento di governi come quelli del G7 deve essere fondato su tre principi. Innanzitutto bisogna cooperare, poi bisogna competere. Nessuno disputa che la Cina debba essere una grande economia. Quello che è stato messo in discussione sono i modi che utilizza, è una autocrazia che non aderisce alle regole multilaterali, non condivide la stessa visione del mondo che hanno le democrazie». Il terzo e ultimo, conclude il Presidente del Consiglio, è l’essere franchi: «l’ho già detto in altre occasioni, bisogna essere franchi sulle cose che non condividiamo, Biden a un certo punto ha detto che il silenzio è complicità».

Leggi anche

Sala boccia il campo largo: “nessun tentativo di serio programma comune”/ “Serve vero centro: io federatore…”