Travaglio: “Conte è stato un buon presidente”

Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, a Un Giorno da Pecora parla del nuovo leader del PD: “Elly Schlein mi piace, mi sta simpatica ma deve ancora dimostrare tutto. Ieri da Fazio non mi pare abbia dimostrato molto, siamo ancora alla ‘supercazzola’”. Ai microfoni di Rai Radio 1, intervistato da Geppi Cucciari e Giorgio Lauro, il giornalista rivela anche il voto alle ultime elezioni politiche: “Conte, che penso sia stato un buon presidente”. Con l’ex Premier, però, non ha un bel rapporto, dice.



A chi gli chiede se sia stato lui a dettargli la linea politica, lui risponde: “Questa è una bella scemenza, una scemenza totale. Se avessi dato io la linea non sarebbero mai entrati nel governo Draghi. Io non do la linea, io scrivo quello che penso sul giornale poi loro fanno quel che vogliono”. A Matteo Renzi, che talvolta lo chiama “la vedova di Conte”, risponde: ”Per un cadavere politico parlare di vedove non conviene. Lui è il classico caso di killer politico dove invece che morire la vittima muore il killer stesso”.



Travaglio: “Tra Renzi e Berlusconi andrei a pranzo col secondo”

Parlando ancora di Matteo Renzi, Marco Travaglio a Un Giorno da Pecora dice: “Sta cercando di convincere qualcuno sul fatto che lui sia indispensabile, anche se non è così. Avere Renzi in maggioranza non ha mai portato bene a chi ce lo aveva, anche quando lui era nella sua stessa maggioranza”. Peggio renziano o berlusconiano? Il giornalista è indeciso: “Non lo so, in questo momento il rispetto per le minoranze è fondamentale”. Tra i due, però, andrebbe a pranzo con il leader di Forza Italia: “Tutta la vita con Berlusconi. Ora non so come è messo ma mi pare molto più divertente, me lo immagino almeno”.



Parlando invece di lui, Travaglio ci tiene a sottolineare: “Sono preciso, non pignolo. A scuola non passavo i compiti e mai li ho copiati, ai miei tempi non si usava. Ero molto curioso, alzavo spesso la mano per fare delle domande”. E sulle voci di un suo archivio personale, con tutti i personaggi dei quali si occupa, il direttore del Fatto Quotidiano spiega: “Non è un archivio digitale, è fatto di ritagli, che ogni volta ripongo in una cartellina. Ci sono cartelline biografiche che riguardano dei personaggi, ne ho tre o quattro scaffali delle dimensioni di una parete. E poi ci sono casi importanti, essendomi occupato a lungo di cronaca giudiziaria”.