Per Marco Travaglio c’è un solo motivo per il quale Gennaro Vecchione è stato sostituito da Elisabetta Belloni a capo dei servizi segreti. «La verità la conoscono tutti: Vecchione ha l’unica colpa di essere stato nominato da Conte, dunque dava noia ai due Matteo». Il riferimento del direttore del Fatto Quotidiano è a Renzi e Salvini. «È l’unico a saltare, senza uno straccio di spiegazione, mentre i capi di Aise e Aisi, trasversalmente protetti, restano». Ed è incredibile per Travaglio la conferma di Marco Mancini, «malgrado l’incontro carbonaro con l’Innominabile, o forse proprio per quello». C’è però qualcosa che evidentemente ignora Travaglio dell’incontro in autogrill tra Mancini e Renzi, cioè il magistrato Nicola Gratteri è stato “sponsor”. Lo rivela Repubblica, spiegando che il procuratore di Catanzaro avrebbe contattato il leader di Italia Viva, «con cui ha un rapporto di confidenza dai tempi in cui lo aveva immaginato ministro di giustizia», chiedendogli di incontrare il dirigente dei servizi segreti che alla vigilia di Natale evidentemente aveva capito che serviva un appoggio per la nomina anche da chi aveva aperto la crisi di governo contro Giuseppe Conte.



INCONTRO MANCINI-RENZI, LE DOMANDE SENZA RISPOSTA

Il Copasir intanto ha deciso di chiedere formalmente alla Presidenza del Consiglio l’autorizzazione ad un’indagine interna al Dipartimento per le informazioni e la sicurezza per accertare le mosse di Marco Mancini e la catena di anomalie che ha accompagnato l’incontro con l’ex premier Matteo Renzi il 23 dicembre dello scorso anno, ripreso da una curiosa insegnante che ha poi mandato il video a Report. La domanda principale è anche semplice: chi ha permesso a Mancini di tornare a muoversi tra i palazzi della politica e dell’intelligence con disinvoltura? Questo interrogativo tira in ballo Gennaro Vecchione, ormai ex capo del Dis, e l’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Nell’audizione al Copasir, Vecchione ha spiegato che l’incontro è «ascrivibile al rango di incontro privato». Ma se così fosse stato davvero, perché andarci con la scorta? E perché Mancini aveva la scorta (gli è stata poi revocata da Franco Gabrielli), se è un dirigente non operativo? «Non so. Mi informerò con Aisi, che è l’Agenzia che provvede. Forse per il caso Abu Omar». Non sa o forse finge di non sapere? In quei giorni però Mancini, a cui Conte avrebbe promesso una nomina di vicedirettore nei Servizi, avrebbe bussato alla porta di Nicola Gratteri per ottenere un incontro con Renzi.

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