Padre Antonio Rungi è stato in collegamento stamane con il programma di Rai Uno, Uno Mattina Estate. In studio si parla del fatto che tre italiani su quattro non vanno in Chiesa, la maggior parte giovani, e a riguardo il giornalista passionista lancia la sua idea, quella di una “Chiesabus“. Di fatto si tratta di una navetta che raggiunge le persone che non possono recarsi in Chiesa e in generale i luoghi sacri, come ad esempio i santuari, per l’età o perchè non hanno a disposizione un mezzo di trasporto: “Ho una semplicissima idea – le parole di Padre Antonio Runghi in collegamento in diretta su Rai Uno parlando con Tiberio Timperi – ho avvito un’iniziativa che si chiamava Chiesabus, si viene incontro alle esigenze di persone di una certa età che sono lontane da Chiese, Santuari e Parrocchie e che non possono venire in Chiesa perchè non hanno un trasporto, non hanno una macchina. Loro esprimono il desiderio di andare a Messa, un bisogno, ma non possono andare in Chiesa, quindi per venire incontro a queste esigenze possiamo utilizzare un bus”.



Padre Antonio Rungi ha proseguito: “Queste cose dovrebbero essere un progetto a livello pastorale e parrocchiale, ma capisco che tutte le parrocchie non possono farlo anche perchè non ci sono sempre le disponibilità economiche, ma ci sono comunque iniziative di volontariato e il modo più facile è quello di contattare i fedeli, soprattutto quelli anziani.



CROLLO DI FEDELI IN CHIESA, PADRE RUNGI: “UN’INIZIATIVA DI CUI POTREBBE FARSI CARICO IL COMUNE”

“Spesso ci dicono che non vengono in Chiesa perchè non c’è nessuno che li accompagna – ha continuato Padre Rungi – questa sarebbe una Chiesa che va incontro agli altri, una Chiesa in uscita e soprattutto parlo dei Santuari che solitamente sono distante dai piccoli centri. I comuni potrebbero assumersi la responsabilità di questo servizio”.

Infine, sull’iniziativa di trasformare una Chiesa sconsacrata in boutique, leggasi il caso di Sant’Agata: “Sarebbe il caso di valorizzarlo a livello culturale e a livello di monumenti storici e di didattica religiosa”, dicendosi quindi contrario all’idea commerciale.