A L’Aquila sono stati arrestati tre palestinesi che pianificavano attentati: tra loro c’è Anan Yaeesh, il palestinese detenuto a Terni dopo essere stato fermato in seguito alla richiesta di estradizione presentata da Israele. Il 37enne è stato accusato di avere finanziato un gruppo armato del campo profughi. Come spiega l’Adnkronos, i tre avevano il permesso di soggiorno per ragioni umanitarie e uno di questi per protezione internazionale: gli inquirenti li avevano attenzionati perché facevano opera di proselitismo e propaganda per l’associazione e pianificavano attentati, anche kamikaze. L’accusa della polizia è di associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico.



L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip distrettuale di L’Aquila, su richiesta della Dda dell’Aquila, in coordinamento con la procura nazionale antimafia e antiterrorismo. Le indagini degli investigatori della digos de L’Aquila e del Servizio per il contrasto all’estremismo e al terrorismo internazionale della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione hanno provato la costituzione di un’associazione chiamata ‘Gruppo di Risposta Rapida-Brigate Tulkarem‘, articolazione delle ‘Brigate dei Martiri di Al-Aqsa’ che ha come obiettivo il compimento di atti di violenza con finalità di terrorismo anche contro uno Stato estero.



“Attentati suicidare tramite l’impiego di autobombe”

Come emerso dall’ordinanza di misura cautelare del gip dell’Aquila Marco Billi, i tre palestinesi arrestati “manifestavano le finalità terroristiche del Gruppo di Risposta Rapida tese a organizzare attentati suicidari, anche mediante l’impiego di autobombe, in territorio israelo palestinese, in particolare in Cisgiordania (West Bank), nella città di Tulkarem, in danno di obiettivi israeliani civili e militari”. Inoltre dai tre venivano svolte “attività finalizzate alla creazione di video di propaganda in cui figurano miliziani armati intenti in attività di addestramento militare e all’uso delle armi di giovani reclute e bambini, corredato da canti e musica nashid di adesione ideologica e identità combattente”. Da alcune conversazione Telegram “emerge con chiarezza il ruolo apicale, di capo e di organizzatore, rivestito da Yaeesh Anan Kamal Afif nell’ambito del Gruppo di Risposta Rapida – Brigate Tulkarem”.



Nell’ordinanza del gip si legge inoltre: “Si ritiene che gli elementi raccolti nel corso dell’attività di indagine finora svolta siano sufficienti per affermare la sussistenza di gravissimi indizi di colpevolezza nei confronti dei tre indagati”. Secondo il gip il gruppo si è organizzato “in modo non rudimentale, ma accorto e calibrato all’ottimizzazione del risultato”. Nella misura si osserva che “gli atti di terrorismo programmati e pianificati appaiono dichiaratamente rivolti contro lo Stato di Israele (la popolazione civile, l’organizzazione militare e le strutture politiche di quel Paese)”, anche se da alcuni spunti dell’indagine “non appare possibile escludere che possano essere compiuti anche in Italia, non necessariamente soltanto nei confronti di obiettivi israeliani”, come spiega l’Adnkronos.