Da giorni – o meglio: mesi, esattamente almeno 6 – non facciamo che leggere e sentir parlare di una presunta tregua a Gaza sempre più imminente: un punto cantato e decantato, ma sul quale ha ragionato anche Alessandro Orsini sulle pagine del Fatto Quotidiano proprio nella giornata di oggi, evidenziando fin da subito quanto nella realtà la fine delle tensioni israelo-palestinesi sembra essere addirittura “più lontana della pace in Ucraina”.



Orsini rievoca addirittura quella breve intervista a Joe Biden che si tenne lo scorso 27 febbraio in cui il presidente – mentre “lecca un cono gelato a New York” – disse che la tregua a Gaza era ormai questione di pochissimi giorni; salvo trovarci ancora qui dopo sei mesi a parlare di un conflitto che sembra del tutto fuorché lontano dalla sua conclusione.



Secondo il sociologo quella dichiarazione – come tante altre che ne sono seguite – altro non sarebbe se non una “strategia per manipolare l’opinione pubblica nelle società libere”, perché come dimostra “la documentazione storica (..) le democrazie operano come le dittature quando entrano in guerra” al punto che addirittura – sempre secondo Orsini – quella che si autodefinisce “la più grande democrazia del mondo ricorre alle fake news per manipolare la coscienza dei cittadini”.

Alessandro Orsini: “L’unica vera tregua a Gaza si avrebbe se l’Occidente imponesse sanzioni contro Israele”

Resta da capire – ed è qui che ruota il ragionamento di Alessandro Orsini – quale sia il guadagno occidentale nel proclamare una falsa tregua a Gaza; e secondo lui le risposte sono almeno due: da un lato “proteggere l’ordine pubblico [e] dissuadere gli studenti dal protestare in piazza”; dall’altro “svolge la funzione di assicurare una passerella mediatica ai ministri degli Esteri dell’Unione Europea“, come dimostrerebbero i fior fior di “vertici inutili per la tregua, incluso l’ultimo a Roma presieduto da Tajani“.



Per qualche giorno – continua Orsini – grazia alla falsa promessa di una tregua a Gaza la stampa “amica” può dipingere il ministro di turno “come il grande protagonista di una mediazione diplomatica tra Hamas e Israele”, ignorando però il punto fondamentale del fatto che “Netanyahu esecra la tregua” e senza il suo supporto (ovviamente) non c’è nulla che si possa fare per porre fine alle ostilità.

O meglio, secondo Orsini qualcosa ci sarebbe: “Imporre sanzioni contro Israele che fronteggia un processo all’Onu per genocidio“, ma dato che tutte “le democrazie occidentali” ad oggi “non hanno mai assunto misure punitive [e] al contrario continuano ad armare Netanyahu” appare sempre più evidente che il “pregiudizio secondo cui le democrazie liberali rispettano i diritti umani e il diritto internazionale più delle dittature” sia – come la tregua a Gaza – del tutto falso e tendenzioso.