L’ACCORDO PER LA TREGUA A GAZA: HAMAS APPROVA, ISRAELE CONTESTA “È UN’ALTRA BOZZA”
Dopo la frenetica giornata del 6 maggio, il sito di Al Jazeera ha ottenuto in esclusiva il testo dell’accordo di cessate il fuoco a Gaza sottoscritto ieri da Hamas sotto il patrocinio di Qatar, Egitto, Stati Uniti e ONU: la famosa “bozza” sulla tregua con Israele è stata discussa per settimane, arrivando alla formulazione del testo che – secondo Hamas – è quanto approvato ufficialmente dalla sigla palestinese. Secondo Israele però il testo diffuso da Hamas dopo averlo sottoscritto non è affatto quanto condiviso dalla delegazione israeliana nelle scorse settimane di negoziati: «solito trucco di Hamas, uno stratagemma per presentare Israele come la parte che rifiuta un accordo», commentano i funzionari israeliani alla Reuters.
Si tratterebbe dunque di un’altra bozza quanto approvato da Hamas e sottoscritto da Qatar ed Egitto: al netto di ciò, Tel Aviv ha fatto sapere che valuterà i dettagli di questo ultimo accordo sulla tregua dando nelle prossime ore una risposta definitiva. Nel frattempo al Cairo sono ripresi i negoziati “indiretti” di Hamas e Israele per il cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi, come ha spiegato il Ministero degli Esteri qatariota: «la speranza che i colloqui culminino in un accordo su un cessate il fuoco immediato e permanente, uno scambio di ostaggi e detenuti e in flusso sostenibile di aiuti umanitari in tutte le aree della Striscia».
Nell’accordo siglato da Hamas – che riportiamo integralmente qui sotto nella traduzione del documento in mano ad Al Jazeera – vengono inserite tre fasi sostanziali (ognuna da 42 giorni l’una, ndr) per una tregua definitiva nella Striscia di Gaza: l’obiettivo è il rilascio graduale di tutti gli ostaggi israeliani rapiti da Hamas, assieme alla parallela scarcerazione di prigionieri palestinesi detenuti da Israele. Il tutto corredato da un cessate il fuoco permanente e – questo il punto cruciale non accettabile per lo Stato ebraico – il ritiro permanente delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza già nella prima fase.
ECCO IL TESTO INTEGRALE DELL’ACCORDO APPROVATO DA HAMAS: LE 3 FASI, CIASCUNA DI 42 GIORNI
L’accordo quadro mira a rilasciare tutti i detenuti israeliani nella Striscia di Gaza, civili e militari, vivi o meno, di ogni epoca e tempo, in cambio di un numero di prigionieri nelle carceri israeliane da concordare, il ritorno a una calma sostenibile, un cessate il fuoco permanente, il ritiro delle forze “israeliane” dalla Striscia di Gaza, la ricostruzione e la rimozione dell’assedio. L’accordo quadro consiste in 3 fasi collegate e interrelate, come segue:
PRIMA FASE (42 giorni)
– Cessazione temporanea delle operazioni militari reciproche tra le due parti e ritiro delle forze “israeliane” verso est e lontano dalle aree densamente popolate in un’area lungo il confine in tutte le zone della Striscia di Gaza (compresa la Valle di Gaza (asse di Netzarim e rotonda del Kuwait (come mostrato di seguito).
– Cessazione dei voli (militari e di ricognizione) nella Striscia di Gaza per 10 ore al giorno e per 12 ore nei giorni di rilascio di detenuti e prigionieri.
– Ritorno degli sfollati nelle loro aree residenziali e ritiro dalla Valle di Gaza (asse di Nitzarim e rotonda del Kuwait): il terzo giorno (dopo il rilascio di 3 detenuti), le forze “israeliane” si ritireranno completamente da Al-Rashid Street a est fino a Salah al-Din Street, smantelleranno completamente i siti e le installazioni militari in quest’area e inizieranno il ritorno degli sfollati interni alle loro aree di residenza (senza portare armi durante il ritorno), la libera circolazione dei residenti in tutte le aree della Striscia e l’ingresso degli aiuti umanitari da Salah al-Din Street alla Striscia di Gaza.
Gli aiuti umanitari saranno ammessi in al-Rashid Street dal primo giorno senza ostacoli:
– Il 22° giorno (dopo il rilascio della metà dei detenuti civili in vita, comprese le soldatesse), le forze israeliane si ritirano dal centro della Striscia di Gaza (in particolare dall’asse di Netzarim Shuhada e dall’asse della rotonda del Kuwait) a est di Salah al-Din Road verso una zona vicina lungo il confine;
– i siti e le installazioni militari vengono completamente smantellati;
– continua il ritorno degli sfollati ai loro luoghi di residenza nel nord della Striscia di Gaza; e la libera circolazione dei residenti in tutte le aree della Striscia di Gaza.
A partire dal primo giorno con l’ingresso di quantità massicce e sufficienti di aiuti umanitari, materiali di soccorso e carburante (600 camion al giorno, tra cui 50 camion di carburante, di cui 300 per il nord), compreso il carburante necessario per far funzionare la centrale elettrica e le attrezzature necessarie per rimuovere le macerie, riabilitare e far funzionare ospedali, centri sanitari e panetterie in tutte le aree della Striscia di Gaza, e continuare in tutte le fasi dell’accordo.
– Scambio di detenuti e prigionieri tra le due parti: durante la prima fase, Hamas rilascerà 33 detenuti “israeliani” (vivi o morti), tra cui donne (civili e soldatesse), bambini (sotto i 19 anni che non sono soldati), anziani (sopra i 50 anni) e malati, in cambio del numero di prigionieri nelle carceri e nei centri di detenzione “israeliani”, secondo quanto segue: Hamas rilascia tutti i detenuti (prigionieri) “israeliani” viventi che sono donne e bambini civili (sotto i 19 anni, non soldati), in cambio Israele rilascia 30 bambini e donne per ogni detenuto “israeliano” rilasciato, sulla base di liste fornite da Hamas in ordine di anzianità. Hamas rilascerà tutti i detenuti israeliani vivi che sono anziani (oltre i 50 anni), malati e feriti civili, in cambio Israele rilascerà 30 prigionieri anziani (oltre i 50 anni) e i malati per ogni detenuto israeliano, sulla base di elenchi forniti da Hamas in ordine di anzianità. Hamas rilascerà tutte le soldatesse israeliane in vita e, in cambio, Israele rilascerà 50 prigionieri dalle sue carceri per ogni soldatessa israeliana rilasciata (30 ergastoli e 20 condanne) sulla base di liste fornite da Hamas.
– Programmazione dello scambio di detenuti e prigionieri tra le due parti nella prima fase: Hamas rilascia 3 detenuti “israeliani” il terzo giorno dell’accordo, poi Hamas rilascia altri 3 detenuti ogni sette giorni, iniziando il più possibile con le donne (civili e soldatesse), e nella sesta settimana Hamas rilascia tutti i restanti detenuti civili (prigionieri sionisti) coperti da questa fase, in cambio Israele rilascia il numero concordato di prigionieri palestinesi nelle carceri “israeliane”, in base a liste che saranno fornite da Hamas. Entro il 7° giorno (se possibile), Hamas fornirà informazioni sui detenuti israeliani da rilasciare in questa fase. Il 22° giorno, la parte “israeliana” rilascerà tutti i prigionieri di Shalit che sono stati riarrestati. Se il numero di detenuti “israeliani” vivi da rilasciare non raggiunge il 33° giorno, il numero di corpi delle stesse categorie sarà completato per questa fase, in cambio della quale Israele rilascerà tutti gli arrestati dalla Striscia di Gaza dopo il 7 ottobre 2023. donne e bambini (sotto i 19 anni), da effettuarsi nella quinta settimana di questa fase.
Il processo di scambio è legato al grado di rispetto dei termini dell’accordo, tra cui la cessazione delle operazioni militari reciproche, il ritiro delle forze “israeliane”, il ritorno degli sfollati e l’ingresso degli aiuti umanitari.
– Completare le procedure legali necessarie per garantire che i prigionieri palestinesi liberati non vengano arrestati con le stesse accuse per le quali erano stati arrestati in precedenza.
– Le chiavi della prima fase sopra descritte non costituiscono una base per negoziare le chiavi della seconda fase.
– Eliminare le misure e le sanzioni adottate contro i prigionieri e i detenuti nelle carceri e nei campi di detenzione israeliani dopo il 7 ottobre 2023 e migliorare le loro condizioni, compresi quelli arrestati dopo questa data.
– Entro e non oltre il 16° giorno della prima fase, inizieranno i colloqui indiretti tra le due parti per concordare i dettagli della seconda fase di questo accordo, riguardante le chiavi per lo scambio di prigionieri e detenuti di entrambe le parti (soldati e uomini rimanenti), da finalizzare e concordare entro la fine della quinta settimana di questa fase
– Le Nazioni Unite e le sue agenzie competenti, tra cui l’UNRWA e altre organizzazioni internazionali, svolgeranno il loro lavoro di fornitura di servizi umanitari in tutte le aree della Striscia di Gaza, e ciò continuerà durante tutte le fasi dell’accordo.
– Iniziare la riabilitazione delle infrastrutture (elettricità, acqua, servizi igienici, comunicazioni e strade) in tutte le aree della Striscia di Gaza e introdurre le attrezzature necessarie per la protezione civile e la rimozione di macerie e detriti, e continuare a farlo per tutta la durata dell’accordo.
– Facilitare l’ingresso delle forniture e dei requisiti necessari per ospitare e dare rifugio agli sfollati che hanno perso le loro case durante la guerra (almeno 60.000 rifugi temporanei – roulotte – e 200.000 tende).
– A partire dal primo giorno di questa fase, un numero concordato (non inferiore a 50) di militari feriti sarà autorizzato a viaggiare attraverso il valico di Rafah per ricevere cure mediche, e aumentare il numero di viaggiatori.
Attraverso il valico di Rafah, le restrizioni ai viaggiatori saranno rimosse e la circolazione delle merci e del commercio sarà ripristinata senza restrizioni:
– Avviare gli accordi e i piani necessari per la ricostruzione completa delle abitazioni, delle strutture e delle infrastrutture civili distrutte dalla guerra e risarcire le persone colpite sotto la supervisione di una serie di Paesi e organizzazioni, tra cui: Egitto, Qatar e Nazioni Unite.
– Tutte le misure di questa fase, tra cui la cessazione temporanea delle operazioni militari reciproche, il soccorso e l’accoglienza, il ritiro delle forze, ecc. continueranno nella seconda fase fino a quando non sarà dichiarata una calma sostenibile (cessazione delle operazioni militari e ostili).
SECONDA FASE (42 giorni)
– Dichiarazione del ritorno della calma sostenibile (cessazione permanente delle operazioni militari e ostili) e sua entrata in vigore prima dello scambio di detenuti e prigionieri tra le parti – tutti gli uomini “israeliani” sopravvissuti (civili e soldati) – in cambio di un numero concordato di prigionieri nelle carceri “israeliane” e di detenuti nei campi di concentramento “israeliani”, e il ritiro completo delle forze “israeliane” dalla Striscia di Gaza.
TERZA FASE (42 giorni)
– Scambio dei corpi e dei resti dei morti da entrambe le parti dopo il loro ritrovamento e identificazione.
– Inizio dell’attuazione di un piano di ricostruzione della Striscia di Gaza della durata di 3-5 anni, che comprenda le abitazioni, le strutture civili e le infrastrutture, e che risarcisca tutte le persone colpite sotto la supervisione di una serie di Paesi e organizzazioni, tra cui: Egitto, Qatar e Nazioni Unite.
– Porre fine all’assedio sulla Striscia di Gaza.
Garanti dell’accordo: Qatar, Egitto, Stati Uniti e Nazioni Unite / 5 maggio 2024.