Ci sono luoghi in Italia dove il tempo sembra essersi fermato. Dove la tradizione è così forte che la modernità deve arrendersi e dichiararsi sconfitta. Uno fra questi è Tremezzina. Siamo sul Lago di Como, nella sua parte più suggestiva. E’ il ramo che ha scelto George Clooney per ristrutturare una villa. Mica scemo.



Tremezzina, un agglomerato di piccoli paesi, è a metà strada fra Como e Colico, la punta del lago. Vi potete trovare la villa del Balbianello, appartenuta a un vescovo, successivamente all’esploratore Monzino che l’ha poi donata al Fai. Da non perdere la chiesa della Madonna del Soccorso, eletta a Patrimonio mondiale dell’umanità. Vi si arriva salendo a piedi su una mulattiera. Ai lati una serie di cappelle votive. In cima lo spettacolo è straordinario. Si vede Bellagio e l’isola Comacina. Come dimenticare poi Villa Carlotta, con il suo straordinario parco, ricco di fiori e piante fra le più varie.



In questo contesto alcune attività non sono cambiate nel corso degli anni. La trattoria Rana ad esempio. E’ a Viano di Tremezzo. Vi si arriva percorrendo una strada che si inerpica sulla collina. Il posto è piccolo. Se siete fortunati potete mangiare sul balcone. Lungo e stretto ci stanno 15 persone al massimo. Ma il panorama è spettacolare: un pezzo di lago con il Golfo dei Poeti di Lenno in primo piano. Il menù è sempre quello: gnocchi di zucca, pizzoccheri, lasagne. Il secondo è dedicato al cudegott (un salsicciotto) ma soprattutto al coniglio, il più buono che abbia mai mangiato. Ad accogliervi prima c’era Fabrizio. Oggi c’è la sorella. In cucina la mamma e il fratello. Quando chiedete il conto la domanda è sempre la stessa: “Ma mi paghi con i soldi?”.



Pochi metri più sotto trovate la Casetta de Contadino. Un gabbiotto, aperto solo poche ore la settimana, dove potete trovare Cristina. Qui sono in vendita i formaggi della casa. Lei e il marito hanno un piccolo allevamento di vacche. D’inverno vivono nella stalla di Tremezzo. D’estate si spostano più in alto, a Nava. Taleggio, Semigrasso, Stagionato sono i loro must. Senza dimenticare lo Zincarlin.

Ci sono poi il Nando e Il Berto. Il primo è un idraulico, il secondo è falegname. Appassionati del loro mestiere, non hanno orari e sono disponibilissimi in caso di emergenze. Quando finiscono il lavoro e si vuole pagarli, la frase è sempre quella: “Ti mando il biglietto”. Quello di Berto lo sto aspettando da un mese. Quello del Nando da cinque anni.

Ci sono poi le sagre. Quella dei pizzoccheri a fine luglio e quella della trippa a settembre che chiude l’estate. Vi lavorano circa un centinaio di volontari. Le feste sono sempre un successo e si chiudono con l’immancabile ballo.

La gente di qui è ancora attaccata alla Chiesa. Le messe sono sempre molto partecipate, come pure le processioni e le varie attività collegate. Per raccogliere fondi c’è poi l’incanto dei canestri. Antichissimo evento, una sorta di asta con prodotti tipici.

Tremezzina, un piccolo mondo antico. D’altra parte non siamo lontani dalla Val Solda, sul lago di Lugano, dove Fogazzaro ambientò il suo famoso romanzo. Una volta, anni fa, chiesi a Fabrizio del ristorante Rana se non facesse vacanze durante l’anno. E lui di rimando: “Ma dove vado? Questo è il posto più bello del mondo”.