La peste e il Covid-19, non sono state poche le comparazioni in questi mesi di pandemia mondiale tra il periodo del 1700 e il 2020 funestato di oggi: sul Corriere della Sera oggi l’ex Ministro dell’Economia Giulio Tremonti traccia un’interessante parallelo tra quanto successe dopo la tremenda peste bubbonica e quanto si rischia anche oggi a livello finanziario. «Nel 1720 la Francia — se non il cuore dell’Europa, certo già allora una sua gran parte e centrale — fu investita tanto da una devastante pestilenza, quanto da una catastrofe finanziaria», scrive l’economista ed editorialista. Non si tratta di una “previsione” storica, è impossibile infatti comparare epoche diverse, ma quantomeno una “denuncia” di un rischio che attende l’Europa e l’Occidente davanti alle conseguenze economiche e geopolitiche che potrebbero innestarsi dopo la pandemia da coronavirus (come già ne parlava in questi giorni l’ex n.1 dello Ior Ettore Gotti Tedeschi). Venne creato il “Sistema di Law” nel 1720, una “bolla” finanziaria basata su banconote e azioni emesse dalla “Compagnia” in Francia: il sistema però crollò anni dopo, con la realtà che «ebbe a prevalere sull’illusione, quando la povertà (ri)prese il posto della ricchezza (inventata)».
TREMONTI: “SERVE VACCINO CONTRO LA FANTA-FINANZA”
Fu il prodromo della Rivoluzione Francese, con i cittadini investiti dalla peste prima, dal caos finanziario dopo: «se la pandemia del 2020 avrà un prossimo termine, vinta dalla scienza e dai vaccini, non è detto che sia lo stesso per la gigantesca bolla finanziaria che già ci stava sopra e che la pandemia ha ingigantito», scrive ancora Giulio Tremonti lanciando l’allarme per il 2021. Alla “triade” del Settecento (Libertà, uguaglianza e fratellanza) oggi si potrebbe sostituire con «Globalité, Marché, Monnaie» con la globalizzazione che rischia di venire “dominata” dal possibile nuovo sistema unico mondiale che introietti una moneta che viene dal nulla e che «va verso il nulla, che cresce per tutto il mondo senza controlli e senza limiti, con debiti che si fanno ma non si pagano». Insomma, per Tremonti la riflessione è in fondo semplice: «se già c’è il vaccino contro il coronavirus, non c’è ancora il vaccino contro questo tipo di peste. Un vaccino questo che può essere prodotto solo in un laboratorio politico». La “ricetta” è difficile ma potrebbe partire da quanto iniziato, ma fallito, 10 anni fa dopo la crisi del 2008: «serve un nuovo “Bretton Woods” […] nuove regole potrebbero, anzi dovrebbero essere estese alla produzione dei beni, questo il vero vaccino per evitare l’arrivo altrimenti certo di nuove crisi».