Giulio Tremonti non ha dubbi: la nuova stretta anti-Covid varata dal governo Conte con l’ultimo Dpcm non solo ha “violato la Costituzione“, ma di fatto faciliterà uno scontro tra “centro” e “periferia” che rischia di rappresentare il primo passo verso una crisi istituzionale “irreversibile“. L’ex ministro dell’Economia ha manifestato le sue paure in un’intervista rilasciata a “Il Tempo“, spiegando come i rimpalli di responsabilità tra governo centrale e amministrazioni locali possano avere come pericoloso esito quello che vede una la dissoluzione dello Stato a fronte di troppi ed eccessivi poteri lasciati alle Regioni. Tremonti ha spiegato: “Nella Costituzione c’è l’articolo 117, secondo comma, lettera Q“. L’articolo citato dal professore dichiara che la profilassi internazionale è di competenza esclusiva nazionale. Da qui l’intervento dell’economista: “Profilassi internazionale – ha aggiunto Tremonti – vuol dire sanità certo, ma anche luoghi ed esercizi pubblici, confini, ordine pubblico e competenza su tutti i mezzi per contrastare quelli che nel trattato dell’Unione Europea vengono con forza suggestiva chiamati flagelli internazionali“. Categoria, quest’ultima, nella quale sembra a ragione di poter fare rientrare anche la pandemia di coronavirus.
TREMONTI: “CONTE HA VIOLATO LA COSTITUZIONE”
A sostegno di questa tesi, Giulio Tremonti ha sottolineato nella sua intervista a Il Tempo che nel Titolo V, è molto chiaro che “la competenza delle Regioni, nel caso sul diritto alla salute, è subordinata alla competenza dello Stato in casi come questo“. Secondo l’ex ministro berlusconiano, però, il premier Conte ha agito all’opposto di questo principio, favorendo così il rischio di una “crisi e dissoluzione della Repubblica“. Per Tremonti, da Roma avrebbero dovuto “applicare la Costituzione“, esercitando i propri doveri “di competenza esclusiva in materia“. Questo perché “il potere centrale poteva essere delegato caso per caso ai territori, ma non poteva e non doveva essere permesso che nel vacuum del potere centrale, questi se lo attribuissero di propria iniziativa“. Tremonti se la prende anche con l’Europa che, a suo dire, “si è autosospesa. Ha disapplicato il mercato permettendo gli aiuti di Stato, ha messo nel freezer i parametri di Maastricht, incentiva anzi la formazione del debito pubblico con gli acquisti dei relativi titoli da parte della Bce. Eurobond? Ora arrivano, ed è molto bene, ma sono un meccanismo terribilmente complicato: si basano sul nuovo bilancio europeo, 2021-2027 e presuppongono le NRP, le nuove risorse proprie. Queste derivano da nuove imposte europee, pagate dagli europei, su plastica, carbone e web. Per le imposte europee serve l’unanimità, ed è molto improbabile. Si farà allora ricorso a maggiori contributi nazionali“. Per l’Italia, conti alla mano, gli 80 miliardi a fondo perduto “diventano circa la metà“, da distribuire “su circa 5 o 6 anni“, dice l’ex ministro.