Giulio Tremonti, ex ministro italiano dell’Economia, nonché attuale presidente della Commissione Esteri della Camera dei deputati, è intervenuto sulle pagine della Stampa, parlando dell’attuale, ancora velata, crisi finanziaria. Recentemente, infatti, sia Credit Suisse che SVB sono fallite, con conseguenze che sembrano poter toccare anche l’economia europea, soprattutto dopo che la Banca Centrale ha aumentato al 3,5% i tassi di interesse, dopo anni in cui erano fermi allo zero.
“La crisi del 2008 non è mai finita“, avverte perentorio Tremonti, “siamo passati dall’austerity alla liquidity con il risultato che la massa monetaria non si contabilizza più in miliardi, ma in trilioni e vale tre volte la ricchezza economica globale”. Concretamente, l’ex ministro, crede che la BCE, in merito ai tassi d’interesse, “fatica a comprendere la realtà che essa stessa ha creato”. I fallimenti dei due istituti bancari, invece, secondo Tremonti sono “il prodotto di una globalizzazione troppo veloce e senza regole”, e rappresenterebbe la chiusura di un cerchio perché “senza la finanza non ci sarebbe stata la globalizzazione. Per portare in Asia la “fabbrica” sono stati fondamentali i grandi investimenti finanziari”.
Tremonti: “L’UE pensò che stampare moneta bastasse, ma sbagliava”
Continuando nel suo intervento, Giulio Tremonti spiega che la crisi del 2007, con il fallimento di Lehman Brothers, fu l’inizio della “fase due della globalizzazione” perché “i mutui subprime, senza garanzie, sono stati il tentativo di gestire la globalizzazione e il suo effetto devastante sulla classe operaia”. Ricorda, infatti, come in quell’occasione, “i salari erano crollati per effetto della competizione globale, mentre il costo della vita era rimasto” uguale.
L’attuale classe dirigente, avverte preoccupato Giulio Tremonti, “mi sembra un po’ suonata. La politica è scomparsa per lasciare posto alla tecnica”. L’unica soluzione, secondo l’ex ministro, è “una stagione di regole. Passando dalla finanza alla politica. Dal commercio libero a quello giusto” evitando la fallacia di pensiero del 2008, quando i finanzieri mondiali pensavano che “una stampa continua di moneta” fosse la soluzione all’austerity“. Ora, parla chiaramente Tremonti, “serve una risposta europea“, mentre secondo lui Bruxelles “sembra presa da un eccesso di suggestione ambientale, dalle case verdi alle auto elettriche, che spiazza l’industria”, dimenticando che “il vero nemico è nella speculazione”.