Giulio Tremonti, presidente della Commissione Esteri, intervistato dal quotidiano La Verità, ha parlato del prossimo referendum che si terrà in Moldavia il prossimo 20 ottobre per l’ingresso nell’Unione Europea, una data molto importante che unirà la decisione popolare in merito all’annessione Ue insieme al voto per la riconferma della presidente in carica Maia Sandu. Tremonti ha affermato di essere favorevole non solo alla Moldavia, ma anche ad una misura “All-in” che possa favorire anche tutti gli altri 7 paesi attualmente candidati. Cioè: Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia, Albania, Bosnia ed Erzegovina, Georgia e Ucraina. Una soluzione che comprenda tutti gli stati dal Mar Baltico al Mar Nero, in modo da limitare gli interessi della Russia e della Cina che ancora insistono sui Balcani: “Un luogo in cui si produce più storia di quella che si consuma“.



Per questo però c’è la necessità di modificare alcune regole Ue, soprattutto in materia di veto, per fare in modo che tutti gli 8 i candidati possano contribuire a creare “Un’Europa a 35 membri“, e aggiunge che questo è “Il passaggio su cui cerchiamo consenso anche grazie al referendum di ottobre. Ovviamente pensare un’Europa a 35 vuol dire modificare il meccanismo di voto. L’Ue fin qui ha imposto “cataloghi” per gli altri ma mai a sé stessa: è ora di cambiare“.



Giulio Tremonti: “Favorevoli a ingresso in Ue della Moldavia e degli altri 7 candidati dell’Est”

Giulio Tremonti, nell’intervista a La Verità in merito alle prossime elezioni e referendum in Moldavia, ha parlato anche degli interessi dell’Italia, nel caso si concretizzasse l’iter di ingresso in Ue, che rappresenterebbe la nuova tappa di un percorso di accordi iniziato 20 anni fa,, specialmente se ci sarà la riconferma della presidente Maia Sandu. Per favorire anche l’ingresso delle altre 7 nazioni candidate, compresa l’Ucraina però, l’Europa deve dimostrare la volontà di invertire la tendenza che in precedenza aveva favorito la costruzione di una unione poco omogenea e divisa tra Ovest e Est.



Ora invece, soprattutto dopo la guerra in Ucraina, come sottolinea il presidente della Commissione Esteri: “È evidente che con la guerra Putin tenta l’allargamento opposto, da Est a Ovest. La dottrina di Mosca si basa sul presupposto che il futuro della Russia è nel suo passato: nelle sue tradizioni, nella sua religione, nella sua storia, nei suoi antichi confini“. Ed è proprio per scongiurare questo rischio che Tremonti afferma che il rafforzamento dell’Europa andrebbe fatto con meno vincoli economici al fine di “Gettare le basi di una politica europea vera, non contro gli Stati ma a loro tutela“.