Giulio Tremonti, ha tenuto una lezione-seminario dal titolo “Il ruolo degli Stati nel mundus furiosus“, tratto dall’omonimo titolo del suo libro pubblicato nel 2016.  ItaliaOggi, ha pubblicato l’intervento nel quale Tremonti parla della crisi dell’impatto devastante che ha avuto la globalizzazione sui mercati occidentali. Soprattutto dopo l’ingresso della Cina nella World Trade Organization. Però il professore fiducioso afferma che “Il processo si sta esaurendo” ma avverte, servono regole, perchè la mancanza delle stesse ha fatto in modo di dover subire le conseguenze che da venti anni si stanno pagando.



Mundus furiosus era l’antico nome dell’Europa nel cinquecento, subito dopo la scoperta delle Americhe“, ma come sottolinea l’ex presidente della Commissione affari esteri,Il nuovo furiosus è quello che sta accadendo ora, nel mondo di oggi, dalla crisi finanziaria alle migrazioni di massa, fino ad arrivare all’era digitale che distrugge il ceto medio“. La crisi provocata dalla globalizzazione è stata devastante perchè non ha avuto regole, iniziando dal 1989 con la caduta del muro di Berlino e l’avvento di internet, fino ad arrivare al peggioramento dovuto all’ingresso dell’Asia nel WTO.



Tremonti “La crisi è conseguenza della globalizzazione”

Giulio Tremonti durante la lezione ha sottolineato il ruolo della globalizzazione sulla crisi finanziaria, ma anche politica, a livello internazionale, “La globalizzazione, avviata con il ‘World Trade Organization’, si è poi formalizzata nel 2001 con l’ingresso della Cina e dell’Asia nel Wto, per poi svilupparsi fino alla crisi del 2008”  una vera e propria “Crisi delle globalizzazione”. Le conseguenze, ha evidenziato il professore citando Jake Sullivan, “Sono principamente dovute allo spostamento della produzione industriale dall’occidente all’Asia“, da questo c’è stato il necessario intervento degli “swap-in” dovuti a compensare la “perdita dei compensi sul lavoro“.



Così tanti cambiamenti repentini e l’impatto della crisi, aggiunge Tremonti, hanno contribuito a generare alcune piaghe, che negli anni “ci siamo trascinati fino ad oggi“, compreso il cambiamento climatico. E conclude “È necessario un ritorno al sistema di regole ‘global legal standard‘, ma soprattutto un dialogo sul futuro dell’Europa, a partire dai fondamentali valori della democrazia e del riconoscimento dei diritti“.