Giulio Tremonti in una intervista al Corriere della Sera invoca una grande coalizione di governo, unica speranza di evitare di “governare sulle macerie”. Il professore ritiene che il “patto per la rinascita” presentato da Giuseppe Conte e basato sugli aiuti Ue non possa bastare: “I fondi europei sono certo buoni, ma non la manna. Nella Bibbia Mosè annuncia la promessa che ha ricevuto: ‘Farò piovere del pane dal cielo per te’. Conte non è Mosè, e le risorse dell’ Ue servono per le generazioni future, non per le sofferenze presenti. Arriveranno, ma con un picco solo dal biennio 2022-2024″.



Tremonti approva gli Eurobond, che però non servono “per spese correnti attuali”, mentre il Mes “è una manna in miniatura” che funziona per breve tempo e “finanzia piani ancora da presentare. Finirà che finanziamo poco più delle mascherine. Scommettiamo: due miliardi, con risparmio annuale in conto interessi pari a 30 milioni”.



Tutto questo dunque non potrà evitare la crisi d’autunno, che secondo Giulio Tremonti colpirà non solo le fabbriche, ma anche negozi, laboratori e partite Iva; “Sarà drammatica la squadratura tra sofferenze umane, che saliranno, e provvidenze pubbliche, che scenderanno. Così che al vuoto della finanza pubblica corrisponderà, da fuori, la richiesta di un maggior rigore”, è il quadro drammatico ipotizzato dal professore per i prossimi mesi.

TREMONTI: “GRANDE COALIZIONE NECESSARIA PER AFFRONTARE CRISI”

Se Conte evoca “gli stati generali dell’ economia” e Zingaretti chiede concordia nazionale in questo “dopoguerra senza che ci sia stata una vera guerra”, ecco che per Giulio Tremonti l’unica risposta possibile è un governo di grande coalizione, come nell’immediato dopoguerra italiano o come in Germania, che rispose ai costi dell’unificazione appunto con la Grande coalizione “che c’è ancora e proprio l’unità nazionale è un punto di forza della Germania“, annota il professore.



Preme l’emergenza lavoro, che per Tremonti non può essere affrontata con i Navigator: “La saggezza sta nella Repubblica di Platone: la politica è la forma superiore della tecnica. Per guidare la nave devi conoscere nave, equipaggio, fondali, correnti, venti e soprattutto le stelle”. Tremonti chiede ai politici, citando Camus, “uno sforzo di cui solo gli individui superiori sono capaci, sforzo che consiste nel dominare i propri risentimenti“.

Nel dopoguerra “c’erano le macerie, ma c’era la vita”, oggi invece “se non si fa qualcosa di serio, chiunque vincerà dovrà governare su macerie sociali“, avvertimento questo anche per Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che pure hanno una “occasione storica di servizio al Paese”. Di certo secondo Giulio Tremonti non si può andare avanti con l’attuale esecutivo e afferma “o Camaldoli o elezioni“, spiegando così: “Camaldoli, il luogo dove il mondo cattolico si aprì alle altre forze della politica (metafora dunque per una grande coalizione, ndR). A Camaldoli, Aldo Moro figurava come giornalista. Penso che sono questi di Camaldoli i valori in cui il nostro presidente si riconosce”.