L’ANALISI DI GIULIO TREMONTI SULLA POSSIBILE RINASCITA DELL’EUROPA
Più tradizioni e meno regole dogmatiche: così si immagina la “nuova” Europa dopo la guerra in Ucraina il senatore FdI e presidente della Commissione Esteri Giulio Tremonti, intervistato da Fausto Carioti per “Libero Quotidiano”. Nel caos per il gas non più a basso costo e con un’economia stravolta dalla guerra, non tutto è perduto secondo l’economista già Ministro nei Governi Berlusconi: «La guerra può produrre una discontinuità nella struttura politica dell’Europa e può essere rigenerativa», sottolinea Tremonti senza entrare nel gioco dei risultati dei singoli partiti per il prossimo voto delle Europee 2024, «le elezioni possono produrre l’unione tra due parti sinora diverse e separate d’Europa: l’Europa basica e dogmatica di Bruxelles, quella che abbiamo conosciuto finora, e l’Europa dell’est».
Secondo il senatore oggi in Fratelli d’Italia, l’Europa delle regole burocratiche “della Gazzetta Ufficiale”, deve trovare un unità con l’altra Europa, quella che vive nelle tradizioni: un esempio su tutti è la schizofrenica reazione di Bruxelles davanti al Governo conservatore in Polonia. Spiega Tremonti: «L’Europa delle regole è quella che ha dichiarato la Polonia fuori dalla “rule of law”. Un mese dopo la Polonia è stata messa sugli altari perché ha accolto i fratelli ucraini. Se le elezioni europee, conseguenti o a ridosso della guerra in Ucraina, possono avere un senso reale, è quello di creare un ponte tra le regole di Bruxelles e le tradizioni, lo spirito eroico e patriottico, ma pur sempre europeo, dei Paesi dell’est». Secondo il senatore Tremonti, l’Europa deve trovare uno spirito “nuovo” che guardi alle tradizioni per superare le difficoltà enormi vissute negli ultimi anni: «la democrazia non è McDonald’s, non si esporta: cresce dal basso. L’Europa di Bruxelles ha aggiunto alle grandi regole democratiche una infinita quantità di regole burocratiche. L’Europa dell’est ha meno regole e più tradizioni. È il momento di ricongiungerle».
“UE DISUNITA DAVANTI ALLA CINA: INIZIATIVE SOLO DEI SINGOLI STATI”: IL MONITO DEL SENATORE TREMONTI
Una grossa parte dell’intervista a “Libero” è però dedicata ai rapporti con la Cina, vista l’intenzione del Governo Meloni di non rinnovare il memorandum siglato da Giuseppe Conte con l’ingresso dell’Italia nella Nuova Via della Seta: al netto dei pochi risultati ottenuti in questi anni dal nostro Paese come frutto di quell’accordo, il problema secondo Giulio Tremonti è l’approccio globale in Europa davanti ai rapporti da intrattenere con il regime di Pechino.
«Non si vede alcuna iniziativa dell’Europa, ma solo dei singoli Stati. È curioso che un’Unione che ha una delle sue poche competenze esclusive nella politica commerciale si disunisca sulla Belt and road, che formalmente è un’intesa commerciale, almeno dal lato italiano», rileva l’ex Ministro sottolineando come il vero problema per l’Italia è in realtà un altro e deriva proprio dalle conseguenze della guerra in Ucraina. Finora gran parte dell’economia europea, Italia compresa, ha sfruttato import di energia a basso costo dalla Russia ed export ad alto valore in Oriente: la guerra ha stravolto tutto in quanto «l’import di energia a basso costo dalla Russia è saltato e sta diventando problematico l’export in Cina. La discussione sulla Belt and road è importantissima, ma non si può ignorare che il resto dell’Europa sta giocando una partita reale e gigantesca con la Cina. E forse anche questo è un punto su cui riflettere».