Giulio Tremonti, attuale presidente della commissione Esteri alla Camera, nonché ex ministro di Economia e Finanza in altre due legislature ed esperto di questi temi, ha ragionato sull’attuale andamento delle democrazie in tutto il mondo in un’intervista per il Corriere. L’allaccio è alle parole di Sabino Cassese, sempre sul Corriere, secondo il quale le democrazie occidentali oggi vertono in condizioni “sconfortati”.
Opinione condivisa da Tremonti, che in un contesto di diffusa crisi, vede nell’ipotesi di un premierato in Italia una buonissima opportunità. “Già nel 1999 io e Urbani”, ricorda, “scrivemmo che i tempi erano maturi per passare a un cancellierato alla tedesca. Oggi va bene il modello del premierato” e dal conto suo ammette che “lo voterei, come è stato presentato in Senato”. Ci tiene, tuttavia, anche a sottolineare che seppur ritenga le democrazie in crisi, rimane ottimista e fiducioso, perché “da un male può venire un bene” e ricordando la fine della Seconda guerra mondiale, Tremonti sostiene che anche oggi “l’Europa come entità più forte e unita può essere la via d’uscita all’impasse del sistema“.
Tremonti: “L’Europa può essere la soluzione alla crisi, ma va ripensata”
Le democrazie, rimarca Tremonti, sono sempre più in crisi perché davanti a problemi sempre più grandi e frequenti, “le politiche nazionali entrano in crisi e le forze politiche tendono a frammentarsi problema per problema, tentando risposte diverse a singole questioni, con massima frammentazione”. Nonostante questo, però, la democrazie rimane secondo l’economista il sistema “migliore al mondo”, e la frammentazione si può risolvere grazie al “ricorso a un livello decisionale più alto, quello europeo”.
Europa, sottolinea Tremonti, che sembra essere altrettanto in crisi, con i trattori che la assediano e le forze politiche al suo interno sempre più disgregate. “L’Unione”, spiega, “non è ancora sufficientemente attrattiva rispetto alle crisi democratiche nazionali”, ma ritiene anche che “la guerra sui nostri confini salderà l’Unione in una nuova entità politica e democratica, una nuova casa per stare insieme in nome di un comune superiore interesse”. La stessa prospettiva degli USA che potrebbero uscire dalla Nato, spiega ancora Tremonti, “imporrà necessariamente un nostro ripensamento sulla politica estera e sulla difesa comune“, nell’auspicio che in futuro “l’Europa [guadagni] un seggio da membro permanente all’Onu”.