Ansia da Covid? La soluzione per sconfiggerla può essere più facile del previsto: basta comprare gli alimenti giusti. A suggerire il rimedio è una ricerca condotta da Everli, il marketplace della spesa online, che rivela come per più di 9 italiani su 10 il cibo sia una forma di consolazione e conforto, alla quale si ricorre in maniera più o meno consapevole. Ma di certo, spinti da un istinto che non sbaglia, come conferma la stessa medicina. “La felicità – spiega Patrizia Di Gregorio, nutrizionista di Mio Dottore – non è altro che una risposta del nostro sistema nervoso alla sollecitazione di una sostanza, la serotonina, di cui molti alimenti sono ricchi. Inoltre, la soddisfazione ricercata con il cibo – sin dal primo approccio, durante l’allattamento – è legata anche al bisogno di rassicurazione e di affetto, ed è per questo che ogni qualvolta questi vengono a mancare, si ricorre al cibo come consolazione o come fonte di appagamento e di piacere. Un meccanismo in verità più radicato nelle donne, anche per motivi sociologici: sono loro a trascorre più tempo in cucina e a prodigarsi di più nel soddisfare i bisogni alimentari della famiglia; inoltre, sono più inclini a collegare ricordi di situazioni piacevoli con piatti e pietanze legate alla propria tradizione familiare”.
Il salato batte il dolce
Va detto però che non tutti i cibi sono uguali. L’analisi di Everli rivela, infatti, che quando si tratta di ritrovare il buonumore, il 57% degli italiani si dirige verso il salato. In particolare – rimarca sempre la ricerca di Everli -, sul podio trionfa la pizza (45%), seguita da cioccolato o cioccolatini (42%) e patatine o pop corn (26%). La medaglia di legno va invece a pari merito a biscotti, merendine dolci e gelato (22%), mentre snack salati, hamburger e panini con salse (16%) chiudono la top 5 nazionale.
Ma è bene ricordare che anche altri cibi potrebbero avere buone chance di far ritrovare il sorriso. A essere infatti ricchi di serotonina sono numerosi alimenti vegetali: nella lista figurano frutta secca, cereali integrali, legumi, banane, lattuga, cavoli, asparagi, pomodori e funghi.
Antidoti contro lo stress
La ricerca di Everli ha poi indagato modi e cause che spingono gli italiani tra le braccia consolatorie del comfort food. E ha scoperto che alla base del comportamento c’è sì la voglia di soddisfare la gola (33%), ma soprattutto figura lo stress accumulato sul posto di lavoro (36%). Non stupisce pertanto che il luogo d’elezione in cui trovare consolazione nel cibo siano le mura domestiche. In particolare, è il divano il posto prescelto da quasi la metà degli intervistati (43%), mentre un terzo del campione cede alle lusinghe di pizza e cioccolato quando lavora o studia da casa (33%). Ma non manca neppure chi si fa tentare mentre è ai fornelli (14%) o mentre si riposa comodamente a letto (11%).
Rifugiarsi nel cibo non è poi un comportamento sporadico: lo studio di Everli rivela infatti che la metà degli italiani ne sente il bisogno almeno una o due volte a settimana, con una particolare preferenza per il dopo cena, momento prescelto dal 39% degli intervistati. Una preferenza che in realtà collide con le indicazioni degli esperti. “Il momento migliore per consumare comfort food – avverte la dottoressa Di Gregorio – è in realtà quello della colazione che permette di avere davanti molte ore per poter bruciare le tante calorie che spesso questi alimenti apportano. In genere si tratta infatti di cibi ricchi di zuccheri e grassi che possono regalare, a fronte di qualche minuto di piacere, chili in più e valori di colesterolo e glicemia aumentati. Inoltre, gli zuccheri semplici, anche se possono avere un effetto consolatorio al momento del consumo dell’alimento, provocano sbalzi glicemici che si traducono in cali di energia e sbalzi d’umore, e dunque non hanno un effetto positivo reale sull’aumento della sensazione di felicità”.
Le motivazioni della scienza non sembrano però avere molta presa sugli italiani: il 63% afferma infatti di sentirsi mai o quasi mai in colpa dopo essersi affidato al cibo per curare il malumore, mentre il restante 37% si divide tra chi avverte il senso di colpa sempre e molto spesso. Del resto, il comfort food viene considerato un efficace antidoto alla malinconia, come dimostra il fatto che gli italiani sono più propensi a consumarlo quando si trovano in completa solitudine (54%) piuttosto che quando sono in compagnia (7%).
Come evitare gli eccessi
Ai cibi consolatori insomma non si può rinunciare. Ma come fare per non eccedere nella loro assunzione? Stando alla ricerca di Everli, gli abitanti dello stivale si dividono tra chi crede che per limitare la voglia di comfort food si debba cercare di agire alla base del problema (la maggioranza, il 66%) tenendosi occupati in attività quali lettura, sport o altri hobby, e chi è più pragmatico (1 italiano su 10) e per eliminare il rischio di qualsiasi tentazione opta per incaricare altri della propria spesa.
Comfort food: le quattro regole d’oro*
- Prediligere alimenti non preconfezionati o industriali – optare piuttosto per cioccolata fondente o frutta secca -, concentrando gli spuntini nelle ore centrali della giornata.
- Sospendere le altre attività quando si decide di concedersi una pausa per uno spuntino.
- Nel caso si scelga un comfort food ricco di grassi, assumerlo rigorosamente a colazione, mai nelle ore serali.
- Cercare di accompagnare questi “cibi del buonumore” con un’abbondante quantità di acqua; ottime anche le tisane.
*Suggerimenti a cura della dottoressa Patrizia Di Gregorio