La crisi non si siede a tavola. Almeno non quando c’è da festeggiare il nuovo anno. A dirlo è un’indagine condotta dal centro studi di Confcooperative secondo cui la spesa destinata dagli italiani al cenone di Capodanno si è aggirata intorno ai 2 miliardi di euro. Il che significa 250 milioni di euro più rispetto all’anno scorso. Un buon risultato, dunque, spinto presumibilmente dalla crescita del 4% delle tredicesime (45,7 miliardi di euro quest’anno rispetto ai 44 miliardi del 2021), anche se – fa notare sempre Confcooperative – per raggiungere i valori al Capodanno precedente allo scoppio della pandemia all’appello mancano ancora 200 milioni.
Va detto però che a fronte di questo andamento complessivo emergono dinamiche molto diverse in relazione alle singole categorie merceologiche. Cia-Agricoltori Italiani rileva, per esempio, un brusco calo per il pesce: nonostante i segnali positivi di ripresa registrati nei mesi precedenti (+20%), infatti, durante le festività natalizie l’andamento del mercato ittico ha subito un crollo del 30%. Le stime non sono, dunque, positive: per il cenone e il pranzo di Capodanno l’associazione prevede una riduzione fino al 40% degli acquisti rispetto al passato.
Tengono invece i consumi dei piatti simbolo del Capodanno: zampone e cotechino. Il relativo Consorzio Modena IGP stima che nel 2022 verranno confermati i numeri del 2021. L’anno si chiuderà quindi con un venduto superiore ai 2.700.000 kg, per un valore al consumo di circa 30 milioni di euro. Il che, tradotto in altri numeri, significa che sulle tavole degli italiani sono arrivati quasi 1 milione di Zamponi Modena IGP e più di 3 milioni di Cotechini Modena IGP.
Ma dove hanno consumato queste prelibatezze gli italiani? Secondo Cia-Agricoltori Italiani, 3 famiglie su 5 hanno atteso in casa la mezzanotte, mentre 1 su 5 ha brindato al 2023 in viaggio e altrettante hanno trascorso la serata in ristoranti o sale che hanno offerto cenoni organizzati. Si deve però rilevare anche un altro fenomeno emergente: la scelta del cibo da asporto, un’opzione ormai diffusa dal momento che riguarda ben una famiglia su 5. Come pure va rilevata anche un’altra tendenza: il riciclo. Secondo un’indagine Coldiretti/Ixè, infatti, quasi quattro famiglie italiane su cinque (77%) riutilizzano gli avanzi di Capodanno e del pranzo del 1° gennaio in linea con la crescente sensibilità verso la riduzione degli sprechi spinta da motivi economici, etici e ambientali.
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