Questo pomeriggio, presso gli uffici della polizia ferroviaria di Piacenza, si terranno gli interrogatori da parte della Procura di Lodi ai 5 dipendenti di Rfi che si trovano al momento sul registro degli indagati, e che stavano lavorando sulla linea dove è poi passato il Frecciarossa due giorni fa. Il gruppo è indagato con l’accusa di disastro colposo ed è formato da giovani di età compresa fra i 30 e 40 anni, e sono difesi da avvocati dell’azienda. “E’ un atto necessario – le parole della procura in merito alle indagini – per lo svolgimento, in forma garantita, degli accertamenti tecnici irripetibili”. I consulenti della procura di lodi, che lunedì riceveranno incarico formale, dovranno svolgere, “al più presto – fa sempre sapere la Procura – le attività irripetibili volte a accertare la funzionalità dello scambio e di tutti i dispositivi a esso collegati”. Nella giornata di oggi verrà inoltre effettuata l’autopsia sui corpi dei due macchinisti defunti, di modo che le salme possano essere sepolte al più presto. Infine la procura lodigiana fa sapere che “le ulteriori indagini continuano con grande impegno da parte di tutte le forze di polizia coinvolte nelle complesse attività investigative coordinate da questa Procura e si auspica che esse portino in tempi ragionevolmente brevi all’accertamento delle eventuali responsabilità”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
TRENO DERAGLIATO, 5 OPERAI INDAGATI
Come presumibile, la procura di Lodi ha iscritto sul registro degli indagati cinque persone. Si tratta, come ricorda TgCom24.it, dei cinque operai che sono intervenuti sullo svincolo dove è deragliato il treno Frecciarossa 9595 Milano-Salerno. Poche ore prima dell’incidente, il gruppo aveva eseguito dei lavori di manutenzione sullo scambio, e la procura vuole ora capire se vi sia qualche responsabilità, e soprattutto, un collegamento fra l’eventuale errore e il deragliamento costato la vita a due macchinisti. Attualmente, sempre in base a quanto fa sapere Rfi, Rete Ferroviaria Italiana, i cinque dipendenti di cui sopra sono stati destinati ad altro incarico. Gli agenti della Polizia ferroviaria stanno cercando di capire come mai lo scambio non si trovava nella giusta posizione al momento del passaggio del treno, ed inoltre, come mai il “computer” non ha rilevato un guasto nel tracciato, come invece avrebbe dovuto fare. I sindacati sembrerebbero però pensarla diversamente, rimandando al mittente la tesi dell’errore degli operai. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
TRENO DERAGLIATO: PROCURA LODI APRE INCHIESTA
Sembra sempre più plausibile l’ipotesi dell’errore umano, a seguito del treno deragliato all’alba di ieri in provincia di Lodi, e che ha provocato la morte dei due macchinisti, ferendo in totale 31 persone. La procura locale ha aperto un fascicolo con le accuse di disastro colposo, omicidio colposo e lesioni colpose, al momento contro ignoti, ma non è da escludere che nelle prossime ore possa comparire qualche nome. Il treno Frecciarossa, che in quel tratto, un rettilineo, stava viaggiando quasi alla massima velocità consentita, circa 300 chilometri all’ora, è uscito dai binari all’altezza di uno scambio su cui era stata effettuata della manutenzioneolamente qualche ora prima. Di qui il sospetto che l’intervento fosse stato portato a termine in maniera errata. Ovviamente verranno effettuate delle indagini per capire se realmente vi sia un collegamento fra i due eventi, ma allo stato attuale delle cose, quella dell’errore umano resta la pista più battuta.
TRENO DERAGLIATO A LODI: IL RACCONTO DEI PASSEGGERI
Del resto è fondamentale stabilire le cause del disastro di ieri, tenendo conto che il Frecciarossa viene considerato all’unanimità un mezzo sicurissimo, e anche ieri, nella tragedia, ha evitato che il bilancio fosse ben più grave. Il sistema di “sblocco” è infatti entrato in azione quando la motrice è uscita dai binari, sganciandosi dal resto dei vagoni ed evitando che si trascinasse dietro a folle velocità tutti i passeggeri a bordo. Intanto il traffico sulla Milano-Bologna resta bloccato, e anche per la giornata di oggi Rfi ha dovuto riprogrammare tutte le tratte: difficile capire quando la situazione tornerà alla normalità. Il Corriere della Sera ha invece intervistato alcuni dei passeggeri a bordo del Frecciarossa deragliato, che hanno vissuto in prima persona il dramma: “Abbiamo sentito un botto e poi sballottamenti, valigie cadute, rumori – racconta la 30enne Chiara – saranno stati trenta o quaranta secondi ma mi sono sembrati lunghi come dieci minuti. Mi sono aggrappata con tutte le mie forze al sedile… è andata bene, sono fortunata, miracolata. Adesso sono tranquilla ma so bene che poi, a casa, arriverà l’ondata di paura”. Così invece la 24enne Micaela: “Si sono spente le luci, i vetri hanno cominciato a tremare e sono scoppiati i finestrini. Mi sono messa sotto il bancone e lì sono rimasta per due o tre minuti, finché il convoglio non si è fermato. È stato traumatico. La collega è stata sbalzata nel nostro bagnetto di servizio e il collega non si trovava. Abbiamo pensato al peggio finché non lo abbiamo visto davanti alle carrozze di testa”.