Controesodo da incubo non solo sulle autostrade italiane, ma anche sui treni. Ieri sul treno Pescara-Milano partito alle 14 dall’Abruzzo e arrivato alle 23.30 nel capoluogo lombardo i passeggeri sono stati costretti per due volte a scendere dal treno, in quanto era troppo pieno, e quindi sono stati invitati a spostarsi su altri convogli per evitare che la situazione si protraesse, secondo quanto riportato da Agi. I vagoni erano colmi di vacanzieri, in molti rientravano dalle località di villeggiatura sul mare Adriatico. Tanti hanno espresso tra loro e pure al personale di bordo il disappunto per un viaggio in condizioni pericolose per quanto riguarda il rischio del contagio. La maggior parte delle Regioni, come Abruzzo, Marche, Emilia-Romagna e Lombardia, permettono ai treni una capienza totale, ma nel caso specifico si è andati oltre, visto che le persone erano in piedi e assembrate nei corridoi. Si è creato, dunque, il caos tra le proteste dei passeggeri.
CAOS SUL TRENO PESCARA-MILANO PER ASSEMBRAMENTI
Tutti sul treno Pescara-Milano avevano le mascherine, fatta eccezione durante il consumo dei pasti. Ma gli assembramenti sono stati inevitabili a causa della grande affluenza. Quindi, alla stazione di Rimini, quando è risultato evidente che la situazione era fuori controllo, il treno è stato bloccato per dieci minuti circa nei quali il personale di bordo ha cercato delle soluzioni per ovviare a quella situazione. Alla stazione di Cesena i passeggeri in piedi sono stati invitati a scendere e a prendere un altro treno per Milano. Il treno però, come riportato da Agi, non si è alleggerito del tutto, così a Bologna altri viaggiatori hanno ricevuto lo stesso invito. C’era un altro treno, partito da Ancona e diretto a Milano, che era pronto ad accoglierli. Così si è tornati alla normalità, ma non senza proteste. Il resto del viaggio è stato caratterizzato da continui dibattiti sulla vicenda e le sue contraddizioni, tra inviti al distanziamento e poi assembramenti a bordo.