I RISCHI DEL TRENO SUPERCONDUTTORE
Quando parliamo di treno superconduttore facciamo riferimento a quel locomotore che usa una tecnologia che permette di realizzare magneti permanenti in grado di sostenere “in volo” un intero treno, nonché di produrre ed immagazzinare energia con sistemi alternativi e green. Queste tipologie di treni sono già realtà in alcune parti del mondo come Corea, Giappone e Cina e sono considerati una vera rivoluzione. Il treno maglev JR-Maglev può viaggiare a una velocità superiore a 600 km/h. Il raffreddamento necessario al treno superconduttore richiede però molta energia, e questo porta alla ricerca di superconduttori che possano funzionare a temperature più elevate. Lo scetticismo in tal senso da parte degli esperti si è intensificato.
I ricercatori stanno studiando soluzioni per poter perfezionare questi treni risolvendo ogni dubbio relativo alla superconduttività. Dopo alcuni tentativi falliti sembra che esistano materiali in grado di resistere a temperature di transizione mantenendo le stesse proprietà della superconduttività stessa.
TRENO SUPERCONDUTTORE A TEMPERATURA AMBIENTE
Il clamore sul treno superconduttore e in generale sulla superconduttività raggiunto negli anni 90 si è affievolito subito dopo. Finchè ora sembra essere stato nuovamente portato alla ribalta a seguito delle dichiarazioni di alcuni ricercatori che sostengono di aver individuato la formula per una superconduttività a temperatura ambiente. In un comunicato stampa dell’Università di Tecnologia di Vienna si legge che è stata avviata la simulazione al computer dell’LK-99 presso l’Istituto di Fisica dello Stato Solido. Agli esperti avevano dimostrato che gli stati degli elettroni calcolati erano “effettivamente molto favorevoli alla superconduttività”. Tuttavia, non con l’LK-99 puro, che è un isolante, ma solo dopo (simulato) drogaggio, cioè contaminazione con altri atomi.
All’incirca nello stesso periodo, un team dell’Università di Princeton ha sostenuto che i calcoli del loro modello avevano dimostrato che le bande di energia in nell’LK-99 erano “troppo piatte” per la superconduttività. Il caso dell’Università coreana dovrà ancora essere risolto. La comunità dei fisici dovrà pensare a come prevenire queste false illusioni, che danneggiano la reputazione della loro scienza spacciando per rivoluzione ciò che ancora necessita opportuni studi e perfezionamenti.