BOCCIATURA E TAR, IL CASO “AL CONTRARIO” DI TRENTO
Siamo ormai sempre più abituati a diversai casi sparsi per l’Italia dove alla bocciatura di uno studente, la famiglia si oppone facendo riferimento al Tar per annullare la decisione del Consiglio di classe: quanto però successo a Trento negli scorsi mesi ribalta abbastanza clamorosamente il “cliché” presentando una vicenda dai tratti realmente inediti.
In sostanza, qui la scuola e il consiglio di classe avevano dato piena promozione ad un bambino della scuola primaria (le care e vecchie elementari, ndr), ma sono stati i genitori a presentare ricorso al Tar per farlo bocciare. La storia raccontata dal quotidiano “L’Adige” è rapidamente giunta alle cronache nazionali per la stranezza del caso: con un decreto pubblicato prima dell’avvio delle lezioni ad inizio settembre, il Tar ha accolto in via cautelare la richiesta dei genitori, fissando la discussione in sede collegiale a fine mese.
PERCHÈ I GENITORI HANNO CHIESTO LA BOCCIATURA PER IL FIGLIO ALLE ELEMENTARI
«Bocciate nostro figlio»: così in sostanza il ricorso presentato al Tar dai genitori del ragazzino frequentante le scuole elementari a Trento. La famiglia voleva far ripetere l’anno al figlio per un motivo molto semplice: per gravi problemi di salute il bambino è stato costretto a lunghi periodi di assenza dalla classe che, sostengono i genitori, potrebbero aver contribuito alla formazione di lacune profonde nonostante la valutazione positiva a fine anno del suo consiglio di classe.
Il quotidiano “L’Adige” riporta i vari tentativi fatti dalla famiglia per convincere il dirigente scolastico e gli insegnanti a procedere con una bocciatura per consentire di ripetere l’anno al bambino e fissare meglio le competenze da raggiungere. Secondo il corpo docente però il bimbo aveva comunque ottenuto risultati positivi e il suo livello di apprendimento «era sufficiente», o semplicemente non vi erano lacune così gravi tali da bocciarlo. Non resta ora che la sentenza del Tar di Trento per provare a capire quale destino avrà il caso divenuto “inedito” in un contesto dove normalmente la famiglia ricorre contro una bocciatura e non a favore.