Momenti di tensione sotto la casa di Gisella Cardia, all’anagrafe Maria Giuseppa Scarpulla, la presunta veggente della Madonna di Trevignano Romano. Una troupe della Rai è stata aggredita dal marito della donna, Gianni Cardia. La scena è andata in onda a La Vita in Diretta, su Rai 1. L’uomo è arrivato anche a strappare dalle mani dell’inviata del programma il cellulare, inoltre sosteneva di non aver fornito alcuna autorizzazione alle riprese.
«Ci sono stati momenti concitati. Eravamo sotto casa di Gisella, volevamo parlare con lei e suo marito. Ad un certo punto, però, sono arrivati i carabinieri», ha iniziato a raccontare l’inviata del programma condotto da Alberto Matano. Dalle forze dell’ordine ha appreso che Gisella Cardia era barricata in casa con alcuni suoi fedelissimi, che peraltro al mattino le avevano portato la spesa. Dunque, avrebbero fatto sapere di non gradire la presenza delle telecamere. A questo punto, il conduttore ha mandato in onda alcune immagini relative proprio a quei momenti di tensione.
INVIATA VITA IN DIRETTA “DOVEVAMO ANDARE VIA…”
«Tu eri lì per documentare l’arrivo dei carabinieri. Devo dire che è un video che fa molta impressione», ha spiegato Alberto Matano a La Vita in Diretta. Stando alla ricostruzione dell’inviata, ad un certo punto è arrivato il marito di Gisella Cardia. «Appena ci ha visto ha cominciato a urlare e ci ha detto chiaramente che lui non ha dato alcuna autorizzazione per poter fare le riprese». L’inviata ha aggiunto anche che le è stato strappato il suo cellulare dalle mani. «Lui ci ha intimato di allontanarci, dovevamo andar via a tutti i costi. Noi ci siamo avvicinati con molta educazione e poi eravamo in una strada pubblica, a diversi metri dalla casa di Gisella, quindi non eravamo proprio lì sotto», ha precisato. Il marito ha invece interloquito telefonicamente con Pomeriggio Cinque: «Lasciamo stare. Adesso non parliamo più. Secondo lei, che cosa è successo? Tutte menzogne. Dovete smetterla di raccontare menzogne, capito? Perché tutto quello che è stato detto sono tutte menzogne. Quando saremo al tribunale allora parleremo».